Come in uno specchio, der spiegel, ad ora tarda e ben affollata, mentre i maestri cantori intonavano al suono altisonante dei fiati da campo il prosit, parve, ai più attenti tra i commensali, che dalle candide schiume della generosa Benediktiner, distribuita in pantagruelica mescita da splendide chellerine, si fosse affacciato lo spirito dei masnadieri. Giovanni Cristoforo Federico Schiller, comparso sulla soglia tra le fumanti libagioni, corpo del sacro porco squartato e arrostito e mangiato. Lo stinco, la salsiccia, il wurstel ricco di cartilagine e carne macinata a grana del biondo frumento, le senapi che danno della terra l’essenza dell’ora canicolare: il meridiano fumigante al palato. Sarà dunque l’orzo fermentato, la radice norrena di birra, una benedizione. Ed i frati, sovrani fratelli fondatori del nostro mondo occidentale, che sarchiarono e coltivarono e crebbero nella disciplina ferrea della preghiera e del lavoro, la terra per l’ovunque, e essi tutti battezzarono il flusso aureo con la prima lettera della Bibbia: benedizione.
Sia benedetta dunque questa vita che non ci appartiene di cui beviamo il frutto sotterraneo: il seme che muore dentro la metamorfosi del frutto. E ne colsero, giganteschi frati perdonate noi nani dimentichi, nel composto aureo del distillato, l’attimo materiale della bontà. “Fermati, sei così bello”, so schön, il sole che sta dentro. Già alle spalle del giovanissimo Schiller, medico per dovere familiare, ah l’obbedienza comandataria!, e drammaturgo nel profondo narrare dell’anima sua, alle spalle del mantello che gli celava il timido sguardo, l’ombra del Titano. Giovanni Volfango Goethe, sorrideva con la benevolenza dell’ultimo uomo universale che ha camminato su questa terra.
Così i più attenti commensali hanno vissuto la notte alla Birreria Colombo di Ponte Nuovo, regale borgo operaio diroccato dall’incuria e dalla sciatteria di questi grevi decenni inconclusi. Ma sia. Al metodo ilare e tragico dei Masnadieri, nella squillante tromba a giudizio universale, si è cantato a coro il ridente trinken essen bunsen, e l’attimo si è fermato benevolo e incantando. Era bello. Una terra, un sangue, un destino.
Emanuele Torreggiani