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Ode alla Lombardia. Di Giuseppe Gianpaolo Casarini

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“Qui le civiltà protostoriche di Remedello e di Golasecca vi videro la luce e dopo genti

celtiche romane longobarde da popoli stranieri il suol tuo calpestato fu e tu a duro

giogo servile sottomessa tanto cara lombarda terra mia Lombardia, un dì partì infin anche se tardi il riscatto tuo Milano Brescia Magenta prima e che poi forte 

nei campi di battaglia Montebello Solferino San Martino si compì teatri fulgidi di onore e libertà, or fiero di te tu mostri agli occhi miei la bellezza dei tanti fiumi tuoi Po Ticino Adda Olona Seveso Olona Sarca-Mincio Lambro come dei laghi pur Lario Maggiore Sebino Garda.

Comabbio e Pusiano del vate Eupilino culla, acque azzurre un tempo oggi un po’ di meno dove borghi città si specchian civettuoli e ville suntuose piene di fascino e di storia altere ne punteggian sponde e rive: la ducal Vigevano e la bramantesca piazza e la regal Pavia longobarda e Lodi dell’indomito Fanfulla e di Ada la rossa vergina ribelle e Cremona infine terra di liutai di mostarda di torroni, ecco quel ramo di Lecco ricordo caro letterario manzoniano Como ghibellina il vecchio Plinio con l’inventor della pila e lo scopritor del gas delle paludi Volta, Monza il Duomo di Teodolinda la cappella con la ferrea corona Bergamo le mura veneziane di Colleoni cavalier insigne la cappella e Donizetti con L’elisir d’amore e lassù Sondrio della val del Teglio gran regina e Milano il Duomo la Scala l’Arena Sforza Visconti Torriani e il nostro caro Don Lisander il Manzoni il panettone qui dove un dì Ambrogio di Treviri

Agostino di Tegaste il peccatore Rigenerato dalla fede nel recinto del suo gregge vescovile accolse, la Milano antica dei comuni che con Crema Legnano Bergamo Brescia guerra contro il Barbarossa mosse e la Leonessa d’Italia sempre Brescia ove alla libertà il piede ardito mosse il giovin Tito Speri che l’austriaco nemico vile  impiccò senza pietà alcuna al capestro di Belfiore, Mantova quei laghi dimora dei Gonzaga dove ancor senti nell’aria la dolcezza dell’ambrosia virgiliana e dimora generosa dove pace trovò e poetò  d’amori e cavalier Torquato, or s’alzo lo sguardo ecco corona ti fanno in alto terra mia le punte aguzze bianche di quelle vette alpine Retiche Lepontine le Grigne il Resegone L’Adamello la Punta Perrucchetti il Monte Cevedale e il Bernina, e che dir delle verde dei prati di pianura l’odore dei boschi e delle dolci tue colline?

Terra di vini di salumi di trifole formaggi e quel ciel tuo Lombardia che come il poeta scrisse che è bello quand’è bello, bello sempre per me sia quando piove e quando il sole splende è scuro o domina la nebbia”. 

Giuseppe Gianpaolo Casarini da Binasco

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