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Dall'archivio:

Nuovo supermarket alimentare tra Corbetta e Magenta? I dubbi della Lega

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Attenzione: questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie.

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Nell’area dismessa di fronte all’hotel Diamante, presto potrebbe arrivare il punto vendita di una nota catena del food

 

CORBETTA MAGENTA – Che impatto avrà, nel caso la procedura si concluda senza intoppi, l’apertura di una nuova grande struttura commerciale alimentare al confine tra Magenta e Corbetta, dove ‘insistono’ già Carrefour, Lidl ed Esselunga?

Parliamo di una zona dismessa (dov’è stata attiva, per molti anni, un’azienda di produzione di autoveicoli) in via Simone da Corbetta, proprio di fronte all’hotel Diamante, prospiciente l’ormai anacronistico svincolo di immissione delle auto lungo la ex statale 11.

Un nodo stradale di cui si parla da oltre 15 anni, e dove invano le giunte di Luca Del Gobbo (dal 2002 al 2012) hanno cercato di realizzare una rotatoria che non è mai arrivata.

Anzitutto, sarebbe come detto la quarta attività commerciale di vendita alimentare in poche decine di metri. E in secondo luogo, a quanto ci risulta (ma dobbiamo ancora verificare) a Magenta non ne ne sanno nulla. Per poter espletare l’iter, inoltre, bisognerà procedere con una variazione urbanistica dell’area, che passerà da industriale a commerciale. Senza dimenticare che Corbetta ha concluso una variante del Pgt nell’aprile del 2016, quindi appena un anno e mezzo fa..

Chi ha espresso dei dubbi è la Lega Nord di Corbetta, che coi due consiglieri Riccardo Grittini e Annamaria Noè ha commentato così la discussione del nuovo market, avvenuta durante il Consiglio comunale del 28 settembre scorso:

“Ci siamo astenuti nella votazione per l’adozione del cambiamento di destinazione dell’Apc6 da area industriale ad area commerciale perché, prima di esprimere un voto, vorremmo avere il quadro completo ricevendo una risposta alle due richieste di chiarimento avanzate in consiglio comunale.

La prima riguarda le modalità di sistemazione della viabilità nella zona, mentre con la seconda, poiché si tratta di un’area dove già sono presenti numerosi supermercati in cui vengono venduti principalmente alimentari, abbiamo proposto venisse applicato un limite “no food” ai futuri esercizi commerciali che ci si insedieranno”, hanno sostenuto Noè e Grittini. Che non sono gli unici a sollevare dei dubbi sull’iter..

Questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie e potrebbe risultare obsoleto.

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