Sulla pagina Facebook del Patt, lo storico Partito Autonomista Trentino-Tirolese, è comparso un post di denuncia sull’oscuramento di una sezione locale.
L’autore fa riferimento a un “automatismo degli algoritmi Facebook che scattano spesso sulla base di segnalazioni ‘furbe’. Segnalazioni ovviamente immotivate e volte a interrompere il normale dibattito politico: in tempo di elezioni è un fatto gravissimo.”
Al netto di qualche dispetto politico, da mettere sempre in conto, e a parte il fatto che il loro social-media-coso ha la sindrome del cancelletto e inserisce inutili hashtag ovunque, rendendo fastidiosa la lettura del comunicato e obbligandomi a toglierli in questa email per evitare di finire nello spam, mi stupisco che si stupiscano.
Se mi avessero seguito, saprebbero che queste sono situazioni all’ordine del giorno e colpiscono indistintamente tutti.
Il Patt è un partito moderato e mai sopra le righe. Questo deve far pensare chi dice di sentirsi al riparo perché Facebook colpisce solo gli estremismi.
Nessuno si salva. Sono diversi mesi che lo ripeto.