― pubblicità ―

Dall'archivio:

Nuova Costituente: “Domani saremo in piazza, a Milano e Venezia, per far rinascere i territori”

+ Segui Ticino Notizie

Ricevi le notizie prima di tutti e rimani aggiornato su quello che offre il territorio in cui vivi.

Attenzione: questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie.

Potrebbe contenere informazioni obsolete o visioni da contestualizzare rispetto alla data di pubblicazione.

MILANO – Nuova Costituente, il movimento sorto per proporre una rinascita civile che muova da una nuova fase costituente con al centro i territori, ha scelto di aderire alle due iniziative parallele organizzate sabato 18 luglio a Milano dall’Assemblea nazionale lombarda e a Venezia dall’Assemblea nazionale veneta.

Le manifestazioni – sganciate da ogni logica di partito – hanno l’obiettivo di sottolineare come siano ormai passati ben 1.000 giorni dal referendum del 22 ottobre 2017, che aveva visto milioni di veneti e lombardi chiedere a gran voce l’avvio di un processo volto ad allargare gli spazi di autogoverno. I governi nazionali e le stesse amministrazioni regionali, però, non hanno messo l’autonomia in cima alle loro priorità. In particolare, la Lega di Matteo Salvini ha lasciato intendere con chiarezza come la questione dell’autonomia differenziata potesse disturbare la sua strategia nazionale, poiché si tratta di un tema inviso a una parte significativa dell’elettorato meridionale.

A giudizio di Nuova Costituente, invece, è importante che tutte le comunità che oggi compongono la Repubblica italiana avvertano l’urgenza che alla Lombardia, al Veneto e a ogni altra regione sia restituita la facoltà di gestirsi da sé: aumentando la propria responsabilità ed entrando in concorrenza con altre realtà. Per giunta è proprio il Mezzogiorno che, più di ogni altra area del paese, ha bisogno di autogovernarsi e vivere delle proprie risorse. Ecco quanto diceva un secolo fa don Luigi Sturzo (foto sotto): “Lasciate che noi del Meridione possiamo amministrarci da noi, da noi designare il nostro indirizzo finanziario, distribuire i nostri tributi, assumere le responsabilità delle nostre opere, trovare l’iniziativa dei rimedi ai nostri mali”.

I lombardi e i veneti che sabato pomeriggio si ritroveranno davanti al Palazzo Lombardia, a Milano, e in Fondamenta Salute, a Venezia, avranno allora dalla propria parte tutti coloro che – in Italia e in Europa – auspicano il superamento degli Stati nazionali e il ritorno a governi più vicini ai cittadini, sotto il loro controllo, costretti a essere al loro servizio.

Se il centralismo nazionale e quello continentale ci hanno portato nella difficile situazione attuale, è giunto il momento che un forte desiderio di libertà investa a ogni latitudine la nostra società, superando tutta una serie di dogmi ottocenteschi e ristrettezze culturali.

‘Lumbard paga e tass’, recitava una volta uno dei più azzeccati slogan padani della prima ora. E il manifesto qui sotto con la Padania metafora della gallina delle uova d’oro per il sud assistenzialista e con la pancia piena, fu uno dei manifesti più azzeccati durante l’epopea della Lega Nord di Umberto Bossi. Oggi di tutto questo non si parla più, addirittura è stato tolto dal simbolo lo storico termine NORD. Sole delle Alpi, ampolle con riti celtico druidici (ovviamente si trattava di un po’ di allegoria fine a se stessa) sono spariti dal vademecum della Lega di Matteo Salvini, che ormai si vede in giro più spesso con il la mascherina tricolore che con quella coi colori lombardi. Ma a parte queste considerazioni di  di strategia politica che possono anche rientrare nella cosiddetta ‘ragion di Stato’ resta il fatto che ci sono milioni di Lombardi e Veneti che attendono una risposta dopo l’ormai famoso referendum dell’ottobre 2017 fortemente voluto dall’allora Governatore Bobo Maroni. Che fine ha fatto? E la volontà popolare???

F.V.

www.nuovacostituente.org

Questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie e potrebbe risultare obsoleto.

■ Prima Pagina di Oggi