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Non solo Italdenim: fallimento anche per un calzaturificio storico di Parabiago

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LEGNANO – Non c’è solo la crisi della storica Italdenim di Inveruno a tener in ansia intere famiglie di lavoratori nell’Alto Milanese. Da quanto risultato, infatti, dall’incontro con la stampa, anche il comparto del calzaturiero che un tempo aveva nel Parabiaghese, un suo storico distretto, non se la passa affatto bene. 

“Ha chiuso – ha annunciato Vito Zagaria della FEMCA – Santino Quaglia, un calzaturificio che ha fatto la storia di Parabiago. Sono rimaste a casa 25 persone e quel che è peggio è che dopo due settimane, il curatore fallimentare non ha ancora inviato la lettera di fallimento ai lavoratori. Noi ci stiamo muovendo per sollecitare l’iter, anche perché gli ormai ex dipendenti senza questa lettera, non possono neppure iscriversi alla disoccupazione. Il danno oltre alla beffa”.

(*nelle foto sotto l’ingresso dello stabilimento Santino Quagli di Parabiago, quindi, una protesta fuori dai cancelli della STF di Magenta e, più in basso, una delegazione della CISL alla conferenza organizzata ieri a Legnano)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ma stando alle parole di Zagaria anche altre aziende del cosiddetto ‘Distretto della Scarpa’ segnano il passo.  Poi ovviamente sullo sfondo ci sono le altre crisi: la Zucchi con il concordato aperto, la Parcol che traballa al pari della Pensotti. Senza dimenticare la situazione anche questa sempre più drammatica della STF di Magenta. L’azienda della famiglia Trifone è ormai vicina al fallimento, dopo che la vendita ai tedeschi è sfumata.  Stamani, c’è stato un presidio da parte dei lavoratori che vedono il loro futuro sempre più in bilico dopo la riduzione di personale dello scorso luglio (in 80 sono rimasti a casa). Sembrano mancare le condizioni per una ristrutturazione del debito e di acquirenti all’orizzonte per il momento non ve ne sono.  Per la Cisl e il suo rappresentante Beppe Oliva questi “sono i riflessi dell’onda lunga della crisi che dal 2008 ha colpito anche l’Alto Milanese e l’est Ticino. Così oggi vediamo che anche chi ha resistito strenuamente, si trova senza ossigeno per andare avanti”.

Questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie e potrebbe risultare obsoleto.

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