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Dall'archivio:

Noi con l’Italia, la forza della normalità

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MAGENTA – Quella che entra nella sua ultima settimana, è stata una delle peggiori campagne elettorali degli ultimi anni alla quale abbiamo assistito. Lontana dalla gente, caratterizzata dalle violenze dei presunti antifascisti antagonisti o molto più banalmente delinquenti da strada, giocata sulla contrapposizione, appunto, tra fascismo e antifascismo, agitando vecchi fantasmi del passato. E poi ancora improntata sull’abbattimento dell’avversario politico, visto come nemico. Dulcis in fundo, il gioco a chi alza di più il prezzo quanto a promesse.

E’ anche per questi motivi che abbiamo partecipato con interesse alla serata di venerdì organizzata in sala consiliare a Magenta da ‘Noi con l’Italia’ con Luca Del Gobbo  Assessore regionale uscente della Giunta Maroni e candidato al Consiglio regionale della Lombardia.

La cosiddetta ‘quarta gamba’ del centrodestra, ha parlato un linguaggio vicino alla gente. Soprattutto i suoi interpreti, a cominciare da Del Gobbo, passando per Alessandro Colucci, Carolina Pellegrini e Roberto Formigoni, hanno espresso concetti di buon senso. Che oggigiorno, dove va di moda alzare i toni, non è cosa scontata. L’idea che in politica non ci si possa improvvisare, ma che serva gente preparata, non è un pensiero  banale. Come il fatto di parlare di imprese e di tasse ma senza fare promesse che il giorno dopo il voto sarebbe quanto mai difficile, se non impossibile, mantenere.

 

 

 

 

 

 

 

 

Così come l’aspirazione di tornare ad una politica fatta dalle persone, senza capi e capetti, dove ciascuno può decidere con la sua testa ed esercitare il suo spirito critico, senza dover necessariamente mandare il cervello all’ammasso, pur di seguire le decisioni calate dall’alto imposte dal ras locale di turno. Di questo si è discusso,  così come del fatto che moderazione e fermezza non sono modi di fare politica antitetici. Anzi.

Lo ha fatto ben capire Carolina Pellegrini, già assessore all’epoca della Giunta di Roberto Formigoni, quando, coraggiosamente e uscendo dal  linguaggio del politicamente corretto ha criticato l’impostazione che è stata data oggi alle pari opportunità. “Lo sguardo delle donne, grazie a Dio è diverso da quello degli uomini. Parliamo piuttosto di valorizzazione delle diversità”. “Noi siamo quelli che ascoltano, che non urlano, ci siamo messi assieme, con gente che ha fatto esperienze sul territorio” ha aggiunto Formigoni. 

Moderazione che fa rima anche coraggio di saper dire cose scomode. “La crisi ha colpito il ceto medio, il potere oggi è nelle mani di chi frequenta i saloni di Davos in Svizzera. A quella finanza che non crea ricchezza ma che comanda da 20 anni”. E poi ancora: il non adeguarsi alla dittatura del Pensiero Unico dominante, a chi esalta l’ideologia Gender, omologando tutto e tutti, anziché promuovere le diversità che sono una ricchezza del mondo. Beh, se questa è la moderazione che ben venga. Soprattutto perché condita da sano realismo. Già, perchè tutti i candidati di Noi con l’Italia si sono dati l’obiettivo del 3%. “Diversamente significa che abbiamo sbagliato qualcosa, ne prenderemo atto e dovremo fare altre scelte…”. Un po’ di sana onestà intellettuale non guasta mai. Soprattutto in politica, quando, di norma, nel nostro Paese, il giorno dopo il voto sembra che hanno vinto tutti o comunque che nessuno ha perso…

F.V.

 

 

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