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NIRO costruzioni: da Magenta a Parigi e Londra

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MAGENTA –  Quando la qualità e la ricerca dell’eccellenza vengono prima di tutto. E’ la storia della impresa edile di NIRO Costruzioni dei fratelli Segaloni. Iniziamo dal nome che dice molto, se non tutto, rispetto al legame forte, al senso d’indentità che sta dietro a quella bella intrapresa edilizia che nel corso degli anni ha  cambiato pelle, mantenendo immutate, però, alcune caratteristiche potremmo dire legate al ‘Dna’ originale.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

“NIRO – spiega Massimo Segaloni (nella foto sopra) – sta per nipoti  di Cesare Rondena. Perchè l’attività edile è  partita con lui nell’immediato Dopoguerra. Eravamo nel 1947”. All’epoca il contesto era differente, inizialmente  l’occupazione era l’armamento ferroviario, quindi, appunto, con lo zio Guido il passaggio all’edilizia. Poi è toccato ai nipoti Segaloni Gianni e Massimo prendere il testimone. E questi oltre trent’anni di attività – la NIRO nasce nel 1988 – sono stati riccchi di soddisfazioni.

 

 

 

 

“Abbiamo imparato – osserva Gianni Segaloni – che non si smette mai di imparare. Noi per esempio non smetteremo mai di ringraziare tutti i tecnici che ci hanno fatto crescere così come le maestranze che ci hanno accompagnato in questo percorso”. Un cammino fatto di passione nel proprio lavoro, ma ancor più motivato da una costante evoluzione. La NIRO oggi è specializzata nelle ristrutturazioni interne, in finiture di alta qualità. Un lavoro, potremmo dire, dal taglio quasi sartoriale, dove il minimo comun denominatore è la costante ricerca del bello.

“La crisi economica che pure ha colpito il nostro settore è stata trasformata in una opportunità di cambiamento e crescita professionale” sottolinea Massimo “ci siamo così riposizionati sul mercato puntando ad un target più alto”.  E’ stata una scelta vincente, a giudicare dai risultati che l’impresa magentina sta raccogliendo in questi anni. Secondo una filosofia prettamente ‘glocal’. “Abbiamo mantenuto la nostra anima artigianale (nell’azienda in tutto sono in nove) ma puntando su una iper specializzazione, che ci sta portando a lavorare sempre più spesso fuori dai confini nazionali”.

Già, perchè se lo Showroom delle Grappe Mazzetti a Marcallo con Casone con tutte le pertinenze interne dell’immobile, è lì da vedere quotidianamente per la sua bellezza e per la cura del dettaglio, segue lo stesso leit motiv  l’intervento effettuato nell’area del negozio di Apple a Milano in piazzetta Liberty (vedi seconda foto dall’alto). Qui la NIRO si è occupata della realizzazione e della posa dei materiali per la scalinata. Un lavoro dalla dimensione europea, vista l’eco del progetto, che da solo basterebbe come biglietto da visita.

Ma nel 2018 da poco alle spalle e davvero da incorniciare le più belle soddisfazioni professionali sono arrivate da Parigi e Londra.  Nella capitale del Regno Unito, infatti, NIRO è stata impegnata nel rifacimento della facciata in pietra di una boutique per orologi di raffinata qualità (Chopard ndr), a pochi passi da Westminster (vedi foto in evidenza e a fondo pagina).  Discorso analogo e altrettanto motivo di orgoglio per quanto riguarda l’intervento da Cartier in Place Vendome (vedi foto qui sotto) a Parigi e presso il Castello di Louville (vedi foto subito sopra) nella regione della Loira, un lavoro commissionato da un console giapponese. E per chiudere il cerchio, sempre in Francia, che dire della commissione riguardante le prestigiose di finiture di una villa sul mare a Cannes?  E’ il trionfo del ‘Made in Italy’ che all’estero continua ad essere molto apprezzato. Perchè noi Italiani, continuiamo ad essere i più preparati rispetto a questo genere d’interventi.

Naturalmente, quella visione ‘Glocal’ di cui dicevamo sopra, induce Massimo Segaloni ad una riflessione anche rispetto alla ‘sua’ Magenta. “Da professionisti del settore mi piacerebbe che quel concetto di ‘bellezza di città’ che è stato ormai recepito a livello metropolitano, dove si parla molto (e si applica) la rigenerazione urbana, fosse poi declinato anche a livello cittadino”.

E’ qui che Segaloni da ‘addetto ai lavori’ lancia una proposta che noi riteniamo senz’altro meritevole d’attezione: “Abbiamo diverse strutture dismesse importanti in città, vedi la Casa Plodari, perchè non pensare a riqualificarle, costruendo  minialloggi con magari servizi ambulatoriali annessi, così da rendere più autonome e sicure queste persone?”.  Di converso,  verrebbero così a liberarsi ampi spazi, case ormai troppo grandi, abitate da nuclei monoparentali rispetto alle quali si potrebbe pensare a costruire un nuovo disegno di città, più in linea con l’evoluzione del nostro tessuto socio demografico e i suoi bisogni.

 

 

Questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie e potrebbe risultare obsoleto.

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