― pubblicità ―

Dall'archivio:

(Neuro)politica: Finiguerra presidente di Amaga, Cambiamo Abbiategrasso in maggioranza. Ecco perché converrebbe (a Nai)

+ Segui Ticino Notizie

Ricevi le notizie prima di tutti e rimani aggiornato su quello che offre il territorio in cui vivi.

Attenzione: questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie.

Potrebbe contenere informazioni obsolete o visioni da contestualizzare rispetto alla data di pubblicazione.

 

 

ABBIATEGRASSO – Facciamo un esercizio di fantapolitica. Cose lecite, nei giorni di vacanza. Specie adesso, dopo che a dicembre la maggioranza di Cesare Nai ha vistosamente sbandato, arrivando a un filo dalla crisi (ormai si può dire), ricucendo lo strappo del dopo voto su Tagliabue, rimettendo all’ordine il vivace Lovati e ora, appena dopo Natale, perdendo Andrea Scotti, uno degli ultimissimi pezzi da novanta su cui poteva far conto l’Amministrazione in un ruolo strategico, ossia la presidenza di Amaga.

E allora a chi affidare, il dopo Scotti? Amaga è un’azienda strategica, detenuta al 100% dal Comune, che torna a macinare utili (100mila euro, a grandi linee, l’attivo 2018), ma che viene da anni nei quali il passivo con le banche si è allargato sino a circa 2 milioni di euro.

Insomma, serve una guida autorevole. Attualmente nel Cda rimangono il professor Moro Ferrari e l’avvocato Vera Cocucci (fedelissima dell’assessore regionale Giulio Gallera).

Ma chi insediare alla presidenza, che spetterebbe alla Lega? Noi un’idea, ancorché folle, ce l’abbiamo. L’azione sarebbe spericolata, ma con una logica. Se Domenico Finiguerra si dimettesse da consigliere sarebbe candidabile alla presidenza: insediatosi, Cambiamo Abbiategrasso potrebbe entrare in maggioranza, puntellare la squadra di Cesare Nai (non propriamente stabile, ultimamente), vanificare il travicellismo politico di Flavio Lovati (il cui peso sarebbe così fortemente ridimensionato) e sparigliare le carte.

Un contratto di governo in stile esecutivo nazionale, con punti precisi, una presidenza prestigiosa a Finiguerra che potrebbe tradurre da parole a fatti le sue aspirazioni ed idee in campo ecologico, guardando alla stabilità dei conti e al futuro dell’azienda.

L’operazione è politicamente meno folle di quanto si creda: nel 2017 una larga fetta di elettorato del centrodestra, quello storicamente vicino a Nai, si rivolse a Finiguerra.

Con la sua nomina in Amaga, il  nodo si scioglierebbe in via definitiva e ridarebbe prestigio e visibilità al leader di ‘Cambiamo Abbiategrasso’, altrimenti costretto ad altri lunghi anni nel deserto dell’opposizione. Coi rapporti di forza che potrebbero cambiare radicalmente, un assessorato a Cambiamo (magari a una donna, l’ideale sarebbe Emy Dell’Acqua) e una ritrovata forza per la neo costituita maggioranza.

Ognuno di voi che sta leggendo ha in mente la stessa parola, lo sappiamo (‘è una pura follia’). Ma provate a ripensarci. Molti degli esperimenti politici più riusciti, in questa Nazione, sono stati inizialmente bollati col marchio della follia. Ma poi..

Fab. Pro.

Questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie e potrebbe risultare obsoleto.

■ Prima Pagina di Oggi