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‘Ndrangheta : questa mattina il blitz del Movimento 5 Stelle fuori dal Pirellone

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‘Flash mob’ dei grillini prima della seduta di Consiglio: “E’ ora di sradicare la corruzione”. Pedrazzini difende Mantovani, intanto, l’ex Vice Presidente lascia la Commissione Sanità

MILANO – Protesta attesa e ancorché prevedibile, dopo le vicende di settimana scorsa e i nuovi presunti intrecci tra politica e malavita organizzata. Il Movimento 5 Stelle non ha perso tempo e ha colto la palla al balzo per una nuova eclatante protesta fuori dal Pirellone andata in scena questa mattina. Qui di seguito, la nota stampa ricevuta in redazione a firma dei 5 Stelle  Gruppo Consiliare:

“Questa mattina i consiglieri regionali del M5S Lombardia hanno organizzato un blitz davanti a Palazzo Pirelli per contestare l’immobilità del Presidente di Regione Lombardia Roberto Maroni nel contrasto alla corruzione.

I portavoce del Movimento hanno esposto un manifesto con la scritta “Sradichiamo la corruzione dalla Lombardia” e “La responsabilità politica è di Maroni” raffigurante un mezzobusto del presidente sorretto da radici. Su ogni radice uno dei recenti scandali che hanno investito la Lombardia come “Mario Mantovani indagato per corruzione”, “La mangiatoia di Ferrovie Nord: un decennio di nepotismo”, “Infiltrazioni mafiose negli appalti in fiera” e “Tangenti sanità, processo immediato per Fabio Rizzi”. Durante il flash mob il M5S ha sollecitato i consiglieri di Maggioranza chiedendo loro se non si vergognassero per la presenza tra le loro file di inquisiti e hanno strappato il manifesto a metà. Andrea Fiasconaro, capogruppo del M5S, ha dichiarato: “Le radici della corruzione in Lombardia sono profonde e Maroni sta a guardare.

Il plurinquisito  Mario Mantovani, le inchieste sugli appalti di Fiera Milano e sui crediti alle aziende di Finlombarda, i soldi nel congelatore di Rizzi nello scandalo di “Lady dentiera”, gli appalti Expo e, solo la settimana scorsa la tempesta sul sindaco di Seregno e un sistema corruttivo che coinvolge ancora l’ex Assessore Mantovani.

È evidente che non c’è nessuno volontà di cambiare questo sistema. Dove sono le scope con cui Maroni in campagna elettorale prometteva di fare pulizia? Probabilmente sono rimaste nello sgabuzzino. Noi abbiamo un’idea di Lombardia diversa, che inizia dalla legalità. Il nostro gesto è simbolico: non abbiamo tagliato la testa a nessuno ma è ora di sradicare la corruzione”.

A difesa di Mario Mantovani, si è schierato il capogruppo di Forza Italia Claudio Pedrazzini: “Non spetta a Maroni allontanare il Consigliere Mantovani, Mantovani non fa parte  della Giunta Maroni, ma siede tra i banche del Consiglio perché ha preso 12 mila preferenze”.

Intanto, oggi il Presidente del Consiglio regionale Raffaele Cattaneo, prima dell’apertura dei lavori consiliari ha comunicato ufficialmente la decisione di Mantovani di abbandonare la Commissione Sanità in cui era entrato lo scorso 20 settembre. Poi, il caso Seregno, lo scoppio dell’inchiesta e le vibranti polemiche da parte delle opposizioni. Ufficialmente l’ex  Vice Presidente di Regione Lombardia ha fatto sapere di lasciare l’incarico di componente della III Commissione, poiché avrebbe voluto essere relatore sul progetto di legge sulle carceri, affidato però al Consigliere Fanetti della lista Maroni. 

 

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