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Dall'archivio:

Ndrangheta: 2 milioni di euro sequestrati tra Motta Visconti, Zelo Surrigone e Trezzano

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MOTTA VISCONTI – Gli agenti della Divisione Anticrimine della Questura di Milano hanno sequestrato società, immobili e saldi di conto corrente a un imprenditore nato a Santa Caterina dello Ionio (CZ) nel 1975, condannato con sentenza definitiva per associazione mafiosa ex art. 416 bis c.p. in quanto affiliato alla ‘ndrangheta, con specifico riguardo alla locale di Giussano (Monza) e con collegamenti con la cosca calabrese dei “GALLACE-RUGA”, attiva nel catanzarese. Demasi – sottolinea la Questura – è un imprenditore che nel corso del tempo è stato titolare di società attive campo immobiliare (edilizia ed intermediazione). Gli approfonditi accertamenti patrimoniali svolti sul suo conto dall’Ufficio Misure di Prevenzione della Divisione Anticrimine hanno consentito di ricondurre a lui numerosi immobili, la maggior parte dei quali intestati a familiari o a società da loro gestite. A disporre il sequestro di 11 immobili tra Lombardia e Calabria e i 2 saldi di rapporti di conto corrente bancario è stata la Sezione Autonoma Misure di Prevenzione del Tribunale di Milano.

In particolare a Demasi sono stati sequestrati una villa bifamiliare con autorimessa pertinenziale al piano seminterrato e un appartamento a Motta Visconti , un appartamento a Santa Caterina dello Ionio (CZ), un laboratorio, con locale accessorio, servizio igienico e cortile esclusivo a Zelo Surrigone , 4 appartamenti con relative autorimesse a Trezzano sul Naviglio e 2 appartamenti con relative autorimesse, a Zelo Surrigone. Oltre alle proprietà immobiliari, a Orlando Demasi sono stati sequestrati ieri anche 2 conti correnti con un saldo superiore ai 1000 Euro, per un valore complessivo di 6.300 Euro; 2 polizze assicurative vita per per un valore complessivo di 20.000 Euro; oltre a 60.000 euro in contanti all’interno di una cassetta di sicurezza in banca. Durante il sequestro sono stati inoltre trovati oggetti di pregio e di spunto per ulteriori indagini, oltre a cospicue somme di denaro in contante, che portano il valore complessivo dei beni sequestrati a superare i 2 milioni di Euro, ben di più dei redditi dichiarati da Demasi e dal suo nucleo familiare, tali da da garantire a malapena il sostentamento.

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