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Navigli, sicurezza e buonsenso. Parla Pirola

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RICEVIAMO & PUBBLICHIAMO – “Soprattutto con la bella stagione, vivendo ad Abbiategrasso, si è attratti da una scampagnata in bici a Morimondo, come di recente mi è capitato di fare con la famiglia. Tanto più – si dirà – che c’è una pista ciclabile che collega agevolmente la nostra cittadina ad uno dei borghi considerati tra i più belli d’Italia. Sulla carta, tutto perfetto. In realtà, alcune criticità sono meritevoli di attenzione.
Per incominciare, all’altezza della prima “cascatella” una volta percorsa la strada che conduce per intenderci dalla Mivar all’imbocco della pista ciclabile che costeggia il Naviglio, attraverserete un primo ponticello con protezione del tutto insufficiente, dove sul lato destro vi è un dirupo che finisce in un canale di cemento. Partendo dal presupposto che molti siano i bambini con bicicletta a frequentare quella strada e che qualche momento di disattenzione in curva sul ponticello è plausibile, c’è da chiedersi come mai le autorità competenti non abbiano mai pensato di mettere in piena sicurezza quella parte alta del ponticello stesso che attraverso la discesa più evidente del percorso conduce poi verso la pista che si avvia verso Morimondo.


Più avanti la pista ciclabile viene interrotta da un attraversamento della SP183 dove notoriamente le auto transitano sempre ad alta velocità e dove nessun passaggio pedonale e tanto meno una segnalazione di attraversamento in qualche forma sulla strada sono previsti.
Una volta arrivati a Morimondo infine, giusto prime di entrare al parcheggio del borgo, vi è nuovamente un attraversamento della SS526 anche in questo caso senza alcuna segnalazione (né passaggio pedonale, né segnalazione semaforica) dove pure auto, moto, camion sfrecciano veloci. Perché? Basterebbe davvero molto poco con costi bassissimi per garantire maggior sicurezza a migliaia di ciclisti – ma anche pedoni, anziani, genitori con carrozzine, disabili – che soprattutto nella bella stagione frequentano questo bell’itinerario.


C’è poi il problema di inqualificabili “ciclisti” che scambiano la pista ciclabile come strumento di esibizione muscolare zigzagando ad alta velocità tra pacifici e spensierati frequentatori di quei luoghi da fermo immagine. Ma questa è un’altra storia che non va tuttavia sottovalutata bensì disincentivata (metodici dissuasori che “rompono” il ritmo diventano un disturbo soprattutto per questi “gentiluomini”) e sanzionata (a titolo esemplificativo questa gente va multata, con adeguata diffusione informativa a riconoscimento e gloria per la loro possente fisicità). Senso di responsabilità e buonsenso insomma. Che in parte è dovere della Politica ed in parte di ciascun cittadino che abbia a cuore il bel territorio in cui viviamo al pari del rispetto per il prossimo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

*Claudio Pirola – Cittadino di Abbiategrasso

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