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Dall'archivio:

Napoleone a Turbigo: i morti in battaglia nel territorio turbighese (31 maggio 1800)

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Che i Francesi si mettano sull’attenti, ancor oggi, quando sentono il nome di ‘Turbigo’, l’avevamo già riscontrato una trentina di anni fa, quando ci fu una sorta di gemellaggio tra il 3° Arrondissement parigino, a cui appartiene la centrale ‘Rue de Turbigo’ e il nostro paese (le foto dell’evento sono esposte nell’atrio della Scuola Media turbighese).
Per i Francesi ‘Turbigo’ è un toponimo che riporta alla memoria i tanti soldati francesi che persero la vita nelle due battaglie, entrambe avvenute nel territorio turbighese: la prima con Napoleone I (31 maggio 1800) di cui ci occupiamo in questo pezzo (ma della quale un turbighese. G.B., ne ha già ricostruito la storia); la seconda con Napoleone III (3-4 giugno 1859). Furono tanti morti in battaglia…un migliaio, i cui corpi furono sepolti – si dice – al Cavaoss, un’isoletta del Ticino che porta nel nome il sigillo della morte.
NAPOLEONE I A TURBIGO (31 maggio 1800). Un gruppo di appassionati di storia locale, guidati da Daniele Solivardi, che ha fondato un’associazione risorgimentale e un museo che portano il nome dello zio, sta andando alla ricerca di quanto avvenne a Turbigo il 31 maggio 1800, giorno per giorno, ora per ora, minuto per minuto…Nel prossimo anniversario della Battaglia verrà installato un quadro, realizzato da un pittore castanese, Stefano Villa, che documenta lo scontro tra circa 5000 Austriaci da una parte e altrettanti Francesi dall’altra.
In un territorio tempestato da mitragliate e cannonate, tra il ponte in pietra sul Naviglio e il Ticino (più precisamente nel triangolo delimitato tra la Strada Statale 341 e la Via Roma, con il vertice nelle vicinanze della Cascina Cedrati) si sono fronteggiati (soldati e cavalleria) i due schieramenti più volte, con centinaia di morti ogni volta. Bisognava attraversare il ponte del Naviglio – estremo baluardo degli Austriaci – e i Francesi riuscirono alla fine a sfondare all’arma bianca!
Oggi, utilizzando i potenti mezzi di internet, Daniele Solivardi ha potuto arrivare ad una pubblicazione (foto) riguardante la Campagne de l’Armée de Reserve en 1800, che contiene gli ‘ordini’ che in quel giorno fatidico (31 maggio 1800) gli ufficiali francesi si scambiarono a Turbigo durante l’assalto e, in questo modo ricostruire dettagliatamente i vari momenti della battaglia, che è stata ‘dimenticata’ dalla storia perché, dopo poche settimane, ci fu Marengo,
Non solo, ma in altre pubblicazioni ritrovate, Itineraire General de Napoleon – chronologie du Consulat et de l’Empire, si trova conferma del fatto che Napoleone (“Premier Consul y préside au passage du fleuve le 1° juin 1800 a Turbigo”), dopo aver corso il rischio di esser ucciso a Turbigo, passò la notte in paese (probabilmente dormì nel palazzo De Cristoforis, come ci disse, tempo fa, l’avvocato Filippo Gray che vendette al Comune il palazzo) e il giorno dopo partì in carrozza per Milano (si conosce anche il nome del cavallante turbighese che guidò la carrozza del Primo Console).
Un altro passo della ‘Corrispondence de Napoleon “ titolata al numero 5389 – Au generale Commandant De la Gard Des Consuls dice: “Nous avans passé le Tessin vis-à-vis Galliate. Le general Monnier a eu un assez bon combat à Turbigo. Il a fait 300 prisonniers et tué beacoup de cavalerie ennemie. Le general Murat est au delà du Tessin, avec 4000 hommes et 2 ou 300 hommes de cavalerie. On passe toute la journée”.
Non c’è dubbio che queste vicende storiche possano avere – in questi anni di crisi – un buon risvolto turistico per il nostro paese. Era questa l’idea sottesa, trent’anni fa, all’iniziativa parigina ‘Turbigo à Turbigo’, perché la storia, come la cultura non ha colore politico, è di tutti.

DIDA Interno del museo turbighesi. Il gruppo di appassionati intenti a riscoprire le tracce delle due battaglie turbighesi dell’Ottocento

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