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Dall'archivio:

Musica. Myron Elkins – “Factories, Farms & Amphetamines” (2023). By Trex Roads

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Attenzione: questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie.

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BOFFALORA SOPRA TICINO – Circa due mesi fa, emozionato come un bambino la mattina di Natale, ho acquistato il mio ticket per il primo live in streaming di una delle mie band preferite in assoluto: Shane Smith & the Saints, senza pensare prima che avrei dovuto vederlo in diretta e quindi alle 2 del mattino. Ma, accidenti, non potevo perdermi il concerto dei ragazzi texani dal leggendario  Exit/In di Nashville.
La data era il 3 novembre e in quel giorno si vede che davvero le stelle avevano un allineamento particolare coi pianeti nel mio microcosmo perché è la stessa data del mitico concerto di Zach Bryan a Red Rocks sotto la neve. Vi dico questo perché quella notte/mattina oltre ad assistere a un concerto spaziale di Shane Smith & the Saints, ho scoperto questo ragazzo, di cui vi parlerò, che ha aperto il concerto.

Seduto sul mio divano con delle cuffie e senza poter saltare e cantare mi sentivo un po’ frustrato, ma, amici, dopo che Myron Elkins e la sua band hanno dato fuoco alle polveri, non ho pensato più a nulla, se non il classico “e questo da dove salta fuori? Come faccio a non conoscerlo?”

Il giorno dopo ho fatto ricerche su ricerche e ne ho scoperto la storia e sono rimasto a bocca aperta leggendo la sua età: 21 anni! Pazzesco.

Il buon Myron ha fatto breccia nel cuore e nelle orecchie, non solo di uno sconosciuto blogger dall’altra parte del mondo, ma soprattutto in quelli del mago della produzione Dave Cobb,  che ha prodotto dal leggendario RCA Studio A di Nashville questi 10 pezzi che suonano come se gli Who avessero fatto una jam session con la Allman Brothers Band a Muscle Shoals, insieme a dei ragazzi texani ed esponenti della Motown. Sembra un mix senza senso, ma fila signori, eccome se lo fa!

Elkins viene dalla piccolissima cittadina di Otsego, Michigan (4000 abitanti) e non aveva sogni da musicista, sì scriveva canzoni fin dal liceo, ma fino a pochi giorni prima delle sessions con Cobb a Nashville, questo ragazzo faceva ancora i suoi turni come saldatore.

Solo i suoi parenti credevano che questo talento non dovesse rimanere nascosto e lo convinsero a partecipare ad una “battaglia delle bands”, arrivò secondo, ma probabilmente primo alle orecchie giuste e il resto è storia.

Penso e ripenso alla sua età e non posso non andare indietro nel tempo, agli anni della Swinging London, quando ragazzi della sua età e con lo stesso carattere e freschezza, cambiarono per sempre il mondo della musica rock. Non sto facendo paragoni blasfemi o che scatenerebbero discussioni inutili, ma il suono, l’energia e la furia artistica con cui Myron Elkins e la sua band ci entrano nell’anima e nel cuore assomigliano al modo in cui Pete Townshend o Jimmy Page misero a soqquadro i club della City inglese, certo oggi il mondo è diverso e saturo di quasi tutto, ma artisti come Elkins sono come manna dal Cielo.

Questo ragazzo ha le influenze del Sud nel suo cuore, da bambino è cresciuto ascoltando i grandi come Waylon Jennings, ma il suo sound prende tantissimo anche dalla zona in cui è cresciuto, il Michigan è patria di funk e rythm&blues e non disdegna deviazioni, come di dicevo, affini al rock più diretto e al southern.

Sugartooth parte a razzo come le chitarre che graffiano, ma è la voce particolare di Elkins che ci entra sotto pelle e non ci molla più, come fosse già segnata dalla vita e non appena entrata nel mondo che conta. Il suono è rock, ma un rock vintage, quello che non è morto e ogni volta torna nelle nostre vite per ricordarci che è sempre lì, in un angolo del nostro cuore.

La title track è un pugno nello stomaco, veloce e ritmata con un sottile carattere funk, ma è il testo che cambia tutto: la storia della sua terra, dove quando non trovi una grande città tutto è dominato da “Fabbriche, Fattorie e Anfetamine”. Storie di dipendenze, di amici vicini caduti nella spirale e di vite che non hanno altro da chiedere se non 12 ore in fonderia o massacranti lavori nei campi.

Hands to Myself tratta un tema difficile come la violenza domestica, ma lo fa con una canzone che stempera la tensione, un rock dal tocco elegante fra Tom Petty e il soul. Le chitarre hanno un suono così fresco e vecchio allo stesso tempo, questi ragazzi avranno tanto dire negli anni, ne sono certo.

 

Le influenze country nel suono esplodono in tutta la loro bellezza in Wrong Side of the River, orgoglioso delle sue origini e dell’educazione ricevuta dai suoi nonni nella sua piccola città. L’intreccio chitarra-voce è di una bellezza disarmante e che assolo. Se anche fossimo “dalla parte sbagliata del fiume” , lasciateci qui a goderci la bellezza di questo disco.

La furia e il groove di Ball and Chain sono discendenti diretti delle chitarre di Chuck Berry, i cori e il battere di mani in sottofondo sono Muscle Shoals, ma le sferzate elettriche sono rock da suonare in locali rumorosi per far scatenare il pubblico.

Il titolo potrebbe ingannare, no amici, Nashville Money non è un bel pezzo country, ma un rock dal sapore funk, arrabbiato e incisivo che alla fine ci fa ragionare su tutto il negativo che porta il successo dei riflettori e dei palchi importanti. Il riff di chitarra taglia, eccome se taglia.

L’acidità e l’elettricità dei suoni del disco vengono stemperati dalla finale ballata Good Time Girl, ma la voce di Elkins e la chitarra, sono lì a ricordarci che il carattere è quello di una rock band e ci regalano un altro pezzo di livello, il giusto commiato di un disco che mi ha sinceramente entusiasmato.

 

 

Un album pieno di furia e carattere, 10 pezzi che ci fanno sapere che forse il futuro di questo giovane prodigio non sarà quello di saldare per 12 ore al giorno, ma la sua voce e le sue canzoni agiranno come la fiamma della saldatrice sulle anime dei suoi fans. Un disco che lascia intravedere un futuro luminoso di un giovane artista di cui abbiamo appena iniziato a scoprire il talento, la classica punta dell’iceberg.

Ovviamente di lui si è accorto anche il miglior talent scout della musica indipendente e cioè Taylor Sheridan, che ha inserito due pezzi di questo splendido disco nella colonna sonora di Yellowstone e questo ve la dice lunga sulla bravura di Myron Elkins e sulla bellezza di questi 10 pezzi.

 

 

Buon ascolto,

Claudio Trezzani by Trex Roads  www.trexroads.altervista.org

(nel blog trovate la versione inglese di questo articolo a questo link: https://trexroads.altervista.org/factories-farms-and-amphetamines-myron-elkins-2023-english/ )

 

Questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie e potrebbe risultare obsoleto.

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