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Muccioli, Pannella e la generazione perduta. Di Giovanni Marradi

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RICEVIAMO & PUBBLICHIAMO – “In questi giorni sono scoppiate feroci polemiche in merito ad un documentario, mi pare prodotto da Netflix, sulla Comunità di San Patrignano ed il suo fondatore Vincenzo Muccioli. C’è chi ha difeso e difende Muccioli ponendo in luce l’unicità del suo comportamento finalizzato al recupero dei tossicodipendenti e chi ricorda i metodi, spesso brutali, utilizzati per raggiungere lo scopo. Non intendo entrare in queste polemiche, ma vorrei esprimere le mie valutazioni, di chi all’epoca, come Avvocato ha potuto vedere quello che accadeva in una generazione di giovani che potremmo chiamare “la generazione perduta”. È emerso, anche, che contro Muccioli e i suoi metodi all’epoca si levò la voce di Marco Pannella. Potete andare su internet e rivedere alcuni scontri epici che avvennero in televisione tra Muccioli e Pannella. Tuttavia il rapporto tra questi due personaggi fu molto complesso, tanto è vero che la Comunità di San Patrignano ospitò un congresso antiproibizionista del Partito Radicale. Ma c’è un terzo convitato che tutti hanno dimenticato nelle polemiche e che è forse il principale responsabile della generazione perduta. È lo Stato che ha affrontato il problema droga da una prospettiva meramente proibizionista ottenendo risultati contrari alle finalità che si proponeva.

 

Quando dal 1978 in avanti l’Italia viene invasa da un fiume di eroina, si crea un primo fenomeno che può sembrare incredibile. Il mercato della droga è in mano ai cartelli sudamericani appoggiati da “Cosa Nostra Americana”. Le organizzazioni mafiose italiane, la Mafia siciliana, la Ndrangheta calabrese e la Camorra napoletana si occupano di contrabbando di sigarette, di piccoli traffici di armi per la delinquenza e dell’imposizione del pizzo su economie ancora largamente rurali e fuori dal ricco tessuto produttivo. I capi delle cosche sono assolutamente contrari al traffico degli stupefacenti e questo causa degli scontri feroci all’interno delle organizzazioni criminali. I mafiosi che si ribellano e incominciano a trafficare con gli stupefacenti, ottengono immediatamente guadagni enormi che gli permettono di finanziare e organizzare la guerra ai loro capi fino ad allora riconosciuti e rispettati. E, come dimostrano i corleonesi in Sicilia i mafiosi favorevoli allo spaccio prendono il sopravvento. Il tutto con centinaia e centinaia di morti dovuti alle guerre interne. La risposta dello Stato è il proibizionismo che però ha l’automatico effetto di far diventare ancora più ricche e potenti le organizzazioni criminali di spaccio che utilizzeranno gli incredibili guadagni per inquinare l’economica regolare. La legge Vassalli Iervolino del 1990, successivamente dichiarata parzialmente incostituzionale, punisce lo spaccio ma anche vi equipara la detenzione di non modiche quantità di stupefacenti. Manca un piano sufficiente, malgrado la creazione dei Sert, per affrontare il problema della prevenzione del recupero delle tossicodipendenze. Il problema della prevenzione è un punto fondamentale perché il tossicodipendente che convince altri giovani ad assumere la droga si garantisce, spacciandola, quantomeno la sua dose giornaliera. Nessuno ha mai visto degli alcolizzati spacciare grappa davanti alle scuole, perché non vi hanno alcun interesse posto che l’alcool si trova in vendita a prezzi modici in tutti i supermercati. Gli svizzeri, come sempre pragmatici e non ideologici, affrontano il problema contattando i tossicodipendenti e garantendo loro, a certe condizioni, la fornitura degli stupefacenti (che tra l’altro hanno un costo ridicolo), in modo ufficiale. Niente guadagno per le mafie e niente propaganda e diffusione delle sostanze stupefacenti. Lo Stato italiano offre al tossicodipendente dei programmi di disintossicazione con l’utilizzo del Metadone a scalare. Molti eroinomani all’epoca utilizzavano questo sistema per controllare sotto il profilo economico il costo della tossico dipendenza. In sostanza, quando il costo dell’eroina giornaliera raggiungeva una soglia che il tossicodipendente non poteva più finanziare, lo stesso si rivolgeva al Sert e utilizzava il Metadone a scalare per abbassare la dose di eroina ad un costo economicamente sopportabile. Lo Stato quando si accorse del fenomeno, ridusse drasticamente la possibilità di utilizzo del Metadone a scalare. Il risultato fu che in breve tempo i tossicomani dovendo pagare dosi sempre più costose di eroina, si misero a delinquere e, specialmente le donne, a prostituirsi. Ricordo che a Boffalora Sopra Ticino non era mai stato commesso uno scippo e due tossicomani magentini in pochi mesi ne misero a segno cinquanta. Ovviamente, la commissione dei reati comportava l’arresto e la condanna di migliaia di tossicomani che quindi, riempivano le patrie galere. Ecco dunque che si pose il problema del recupero dei tossicodipendenti ma in una situazione che moltiplicava i tossicodipendenti da recuperare. All’epoca, come ho detto, seguii come difensore molti tossicodipendenti che avevano commesso dei reati e che le famiglie aiutavano fino a quando riuscivano o li abbandonavano esasperate. Ricordo un mio assistito che condannato ottenne di essere trasferito dal carcere alla Comunità di San Patrignano. Dopo una settimana fuggì e si ripresentò in carcere.  Mi disse: “ Avvocato il carcere è un paradiso rispetto a San Patrignano”.  In quegli anni ero anche Vice Pretore ad Abbiategrasso e giudicai molti tossico dipendenti che avevano commesso dei reati. Ricordo una volta un ragazzo che era stato trovato a rubare alla Stazione Ferroviaria di Abbiategrasso, e che solo due giorni prima era stato condannato e rilasciato per fatti simili. Provai per lui una pena infinita: magro, farfugliava, non si reggeva in piedi, forse non mangiava da giorni e solo la mano pietosa dei Carabinieri gli aveva dato del cibo. L’immagine della generazione perduta. Pannella e Muccioli discutevano e il primo asseriva che a San Patrignano si recuperava solo l’1 % dei tossico dipendenti, mentre Muccioli parlava del 3 – 4%. Comunque sia una battaglia persa e mentre avveniva tutto questo, la mannaia dell’AIDS calò sulla generazione perduta. Questo fatto è stato dimenticato nelle polemiche odierne ma la malattia che allora si iniziava a conoscere fece strage tra i tossicodipendenti. Le siringhe venivano utilizzate più volte e da più tossicodipendenti per iniettarsi l’eroina e le donne si prostituivano negli angoli delle stazioni ferroviarie per una dose di droga. Quando passo nei vialetti del cimitero di Magenta, incontro le tombe di molti ragazzi che sono morti, alcuni anche di overdose, ma principalmente di AIDS.

Dei volontari cercarono di distribuire siringhe nei parchi ma la scelta proibizionista oltre ad arricchire le mafie ed eliminare fisicamente la generazione perduta, ha fatto si che lo Stato, come spesso succede in Italia, negasse il problema o lo affrontasse nei soliti modi ideologici, I tossicomani si sono messi dalla parte sbagliata e ne paghino le conseguenze. In molte famiglie italiane anche di Magenta, si nasconde il dramma della sorella bellissima e intelligente finita a prostituirsi in un sordido angolo di Milano e poi morta di AIDS, o del figlio o del fratello cacciato e abbandonato quando ormai l’esasperazione aveva preso il sopravvento.

Nella foto sopra l’Avvocato Giovanni Marradi, noto penalista magentino, a lungo Vice Pretore nell’allora gloriosa Pretura di Bià

Oggi le logiche del mercato della droga hanno sostituito l’eroina con la cocaina, ma i problemi che Muccioli e Pannella affrontavano molti anni fa non sono stati risolti. L’amico Fabrizio Berto Provera ha scritto che lui, comunque sta dalla parte di Muccioli. Io, con tutto il rispetto sto ancora dalla parte di Marco Pannella.

Giovanni Marradi

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