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Moschea (Gelli) : “Chi butta benzina sul fuoco?”

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MAGENTA –  “Ho incontrato la comunità mussulmana di Magenta e mi è sembrato sinceramente che qualcuno gli abbia fatto delle false promesse in passato. Di questo sono dispiaciuto perché è un metodo scorretto con cui approcciarsi alle persone. Ciò detto, ci sono delle regole chiare e precise che valgono per tutti e che abbiamo spiegato in punta di diritto”. 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Simone Gelli, vice sindaco della Lega, ed assessore al Bilancio, alla Sicurezza e alle Politiche Educative sulla “questione Moschea” non ci sta a passare per “il cattivo di turno”. “Mi pare, al contrario, che questa vicenda sia stata usata in modo strumentale da una parte politica, anzi soprattutto da chi in caso di vittoria di Marco Invernizzi, avrebbe dovuto ricoprire il ruolo di vice sindaco (Enzo Salvaggio ndr)”.  

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Gelli così ripercorre per Ticino Notizie i rapporti con la comunità islamica locale che risalgono all’epoca della Giunta di Luca Del Gobbo e del centro culturale di via Oberdan. “La questione scoppiò nel 2008 e quel centro venne presto trasformato in luogo di culto. Non c’era la compatibilità urbanistica e quindi lo dovemmo chiudere. Dopodiché il tema si silenziò. Frattanto, Regione Lombardia emanò una nuova legge molto restrittiva in materia. S’insediò l’Amministrazione di Marco Invernizzi e la questione a livello di opinione pubblica venne riposta in un cassetto”.

Ed è qui che il vice Sindaco pone una serie d’interrogativi a voce alta in riferimento soprattutto a quanto emerso dal faccia a faccia coi portavoce della comunità islamica: “E’ venuto a galla che il Signor Ayub e gli altri fedeli in questi ultimi 2 anni si sarebbe ritrovati a pregare all’interno dell’ex Casa Vincenziana che vorrei ricordare a tutti è un CAS (Centro d’Accoglienza Straordinaria) e quindi non vi posso entrare liberamente degli esterni. Se queste parole fossero confermate la cosa sarebbe molto grave in ogni caso. In quanto se l’Amministrazione Invernizzi non ne sapeva nulla, allora, vuol dire che in materia di sicurezza c’era una grossa falla, diversamente, sarebbe ancora peggio. Tanto più che per noi semplici Consiglieri comunali, all’epoca c’è voluto del bello e del buono per avere un po’ di trasparenza. Rammento anche la necessità di fare intervenire un europarlamentare del mio partito e non aggiungo altro…”.

Gelli sul punto non si ferma e prosegue: “Su queste affermazioni vogliamo vederci chiaro. Andremo fino in fondo. Abbiamo segnalato la cosa al Prefetto. Se fosse così, allora, si spiegherebbero molte cose. Basta mettere in fila gli elementi: prima si prega alla Casa Vincenziana, poi ci si sposta al Parco Pertini, l’Amministrazione interviene ed ecco che poi quella dei luoghi di culto per la comunità mussulmana diventa improvvisamente un’emergenza per Magenta. Tutto molto curioso a meno che qualcuno non abbia orchestrato o non stia orchestrando questo polverone….”.

Il vice sindaco per argomentare la sua ‘teoria’ va oltre e allarga il discorso alla comunità evangelica. “Molto strano che anche nel loro caso in fase di redazione di Piano di Governo del Territorio sia stata raccontata solo una parte di verità. Anche loro come i mussulmani e di questo me ne dispiaccio, era stato detto che dopo l’approvazione del PGT sarebbe stato possibile fare tutte le integrazioni del caso, così che i loro desiderata potessero diventare reali. Mi pare davvero che queste persone siano state prese per i fondelli….”. 

“Vorrei capire a questo punto dato che ormai il tema dei luoghi di culto è diventato un ‘must’ per il capogruppo Salvaggio, come mai abbia taciuto ad islamici ed evangelici, circa la possibilità di fare osservazioni durante l’iter per il PGT. Ma vorrei capire molte altre cose che non mi tornano: se la sua idea è quella di una Magenta multietnica e multiculturale perché la Consulta per gli stranieri che era nel programma di Marco Invernizzi non è stati mai realizzata? E poi come mai è sparita misteriosamente dal programma elettorale del 2017? E come mai il vice sindaco in pectore non ha avuto il coraggio e la trasparenza di mettere nero su bianco nel programma elettorale che in caso di vittoria, il Centrosinistra si sarebbe adoperato per la realizzazione di un luogo di preghiera per la comunità islamica?”.  

Interrogativi che evidentemente giriamo al diretto interessato. Or bene, è chiaro allora che per Gelli c’è qualcuno – usando le sue parole – che ‘ciurla nel manico’.  “Siamo davanti ad una bieca strumentalizzazione. Qualche tempo fa ho incontrato i ragazzi della Vincenziana. E’ stato un momento di confronto molto positivo, alla presenza di un bravissimo mediatore culturale. Però mi sono stupito del fatto che questi giovani non riuscissero a spiaccicare una parola d’italiano. Eppure, è gente che è qui da anni. Allora mi chiedo: e i corsi d’italianizzazione e l’integrazione tanto sbandierata come spot elettorale? Boh, sono rimasto davvero allibito”.

In altre parole, quello che chiede l’assessore della Giunta Calati è un po’ di onestà intellettuale. “Quella onestà che non ho visto nemmeno sulla vicenda delle cosiddette magliette rosse. Mi chiedo allora dove fossero Salvaggio e compagni quando nel 2014 3.419 migranti morivano nel Mediterraneo, o ancora quando nel 2015 le vittime erano 3.771, e poi ancora davanti ai 5.000 morti del 2016 e i 3.100 del 2017. Questi tristi numeri non me li sono inventati certo io, ma provengono dal Ministero degli Interni. Pertanto, va bene tutto, ma ci vuole un po’ di coerenza. Sennò si fa polemica fino a se stessa e in questo caso vera e propria speculazione politica”.

In chiosa Gelli chiede serietà e senso di responsabilità. “Fomentare la polemica crea inutili tensioni e disagio sociale. Mi auguro che questo concetto sia ben chiaro a tutti e soprattutto lancio un appello alla comunità islamica visto che hanno anticipato che incontreranno i consiglieri del Partito Democratico: ‘state bene attenti a quello che vi racconteranno questa volta’. Per il resto, auspico comportamenti corretti, diversamente, ne parlerò con gli organismi competenti”. Da ultimo l’affondo duro: “I Magentini sono gente seria, si ricorderanno bene di chi ha utilizzato e sta utilizzando per mera propaganda questi argomenti. La verità, per fortuna, poco alla volta sta venendo a galla. E i nodi vengono al pettine…”.

Fabrizio Valenti

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