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Monica Cirinnà a Magenta: ‘Abbiamo solo compiuto il primo passo’

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La cronaca dell’incontro con la senatrice del Pd che ha dato il nome alla discussa legge sulle unioni civili

 

MAGENTA  – Circa ottanta, ottantacinque i partecipanti all’incontro con la senatrice Monica Cirinnà, una donna di indubbio fascino e bellezza, 53enne, moglie del già senatore Esterino Montino, gentile e cortese al suo arrivo nella sala consiliare di via Fornaroli, dove si è presentata assieme a Sergio Prato delle Rose di Gertrude (e a diversi altri esponenti dell’associazionismo Lbgt).

Dopo l’introduzione di  Prato la parola è passata a Marzia Bastianello, assessore alle Parità di Genere. “Siamo in una sala che porta bene, parliamo degli argomenti trattati questa sera al di fuori di qui. Abbiamo una forte voglia di colorare il mondo, anche contro certe inutili strumentalizzazioni. Ognuno ha le sue idee, domani cercherò ancora di parlare con chi ha espresso il suo dissenso verso questa sera”.

Sergio Prato ha parlato anche di un mondo invisibile, ossia di persone che “avrebbero voluto esserci questa sera, ma che non ci sono perché magari non ne hanno il coraggio. Al Milano Pride trovo persone di Magenta che non conosco ma che mi ringraziano per quello che facciamo. Ci sono ancora molte persone che hanno paura, di fronte all’omosessualità”.

Fabio Longo, segretario del Pd, ha aggiunto “il grazie alla senatrice Cirinnà, che ha affrontato con coraggio un tema delicato, che riguarda moltissime persone e diverse categorie”.

E’ quindi toccato, alle 21.40, all’atteso intervento di Monica Cirinnà. “Grazie a tutti voi per avermi invitato a Magenta, a Sergio, Fabio e Marzia. Dobbiamo spiegare una legge che è solo il primo passo contro la discriminazione. Non abbiamo ancora il matrimonio e la piena uguaglianza tra unioni, spero che la legge Cirinnà diverrà inutile quando avremo il matrimonio egualitario. Grazie alle coppie che hanno vissuto per anni nell’ombra, ma nessuno di noi può dormire sugli allori. Non è un paese civile quello che costringe ad andare all’estero per sposarsi o per morire. Che cosa sono dunque le unioni civili? Siamo arrivati dopo 30 anni, per ultimi. Dobbiamo anche considerare che in Parlamento ci sono forze più conservatrici, naturalmente da rispettare. Il cammino è stato lungo e tortuoso, ed è cominciato nel 2013. Alla fine il testo riconosce diritti a chi convive e pieni diritti a chi sceglie di unirsi civilmente. Mancano adozioni o elementi come il vincolo di fedeltà. Lo Stato non poteva continuare a far vivere nell’ombra un grande numero di persone. Le unioni civili sono un elemento di diritto pubblico, che consentono alle unioni di essere celebrate nei Comuni, entrando a pieno titolo nel diritto di famiglia. Abbiamo riconosciuto tutti i diritti sociali. Abbiamo introdotto la reversibilità e i diritti successori”.

Le unioni civili, ha aggiunto la senatrice Cirinnà, “non hanno possibilità, come istituto di diritto pubblico, di rientrare per le coppie eterosessuali, che devono sposarsi civilmente o in chiesa. La legge regola i diritti reciproci delle coppie che vivono more uxorio, omosessuali od eterosessuali che siano. Sono quindi previsti tre  tipi di famiglie. Abbiamo insomma cercato di garantire la libertà di scelta”.

Per celebrare le unioni civili nei nostri Comuni, ha aggiunto la parlamentare del Pd, “i sindaci non devono fare nulla. Devono solo ottemperare alle richieste, qualora arrivino. Siccome le parole sono importanti, abbiamo Comuni dove ci sono sale per matrimoni e unioni civili. Ci sono ancora paesi al mondo dove l’omosessualità è punita con la pena di morte. Al di là della legge, è importante il lavoro culturale anti discriminatorio che si fa ogni giorno nei Comuni. Specie se piccoli, dove sembra paradossale ma può essere più facile”.

 

 

 

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