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Dall'archivio:

Mimmo Lucano e il grande inganno (di una ‘certa’ sinistra)

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Attenzione: questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie.

Potrebbe contenere informazioni obsolete o visioni da contestualizzare rispetto alla data di pubblicazione.

Riprendiamo una sagace riflessione di Roberto Vallepiano letta su Facebook

 

Sarà impopolare ma occorre che qualcuno lo dica.

Mesi e mesi a ripetere ossessivamente #iostoconRiace per poi scoprire che era Riace a non stare con loro.

Per mesi giornali e tv hanno contrabbandato Mimmo Lucano come il nuovo salvifico messia della sinistra arcobaleno.
Uno sconosciuto amministratore calabrese si è improvvisamente ritrovato catapultato tra le accecanti luci della ribalta mediatica internazionale. Il giornale statunitense Fortune lo definiva – senza apparente imbarazzo – “Uno dei 40 leader più importanti al mondo”.

In decine di reportage televisivi e articoli di giornali si celebrava l’immaginifico “Modello Riace” e si presentava la piccola cittadina calabrese di cui il Mimmo Nazionale era sindaco come una novella Agorà, una piccola Svizzera che risplendeva di armonia multietnica, con sfavillanti botteghe artigiane, fiori ai balconi, amore multirazziale e devozione popolare a “Mimmo”, il Sindaco Eroe.

Mancava solo il sottofondo di arpe.

Poi, improvvisamente, ha fatto irruzione la realtà.
E si è scoperto che non esisteva nessun “Modello Riace”, che i cittadini erano scontenti, peggio, incazzati neri.
Che la Lega di Salvini è stato il Partito più votato alle Europee e che alle Comunali ha vinto una lista civica piena zeppa di esponenti leghisti mentre La Sinistra prendeva solo 21 voti e il nostro eroe non riusciva neppure a entrare in consiglio comunale.

Questo succede quando si vive di astrazioni lontane anni luce dal mondo reale.
Quando si sostituiscono le proprie fantasiose suggestioni all’universo circostante fatto di persone in carne e ossa.
Quando per contrastare il demone del razzismo invece che parlare di politiche sociali, casa e lavoro; si è preferito narrare la fiaba del cherubino riacese.
Quando ai problemi materiali di centinaia di famiglie che non arrivano a fine mese si è preferito raccontare la favola edificante dell’abbraccio tra i popoli.

Il problema è che le favole come le bugie, hanno gambe corte e vita effimera.

Questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie e potrebbe risultare obsoleto.

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