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‘++Milano, il centrodestra (finalmente) si muove: ticket Bernardo-Albertini, Vittorio Feltri capolista di FDI

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MILANO  Il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi, ha sentito lunedì sera al telefono il pediatra Luca Bernardo (sotto in foto), sempre più vicino a diventare il candidato del centrodestra a Milano. A quanto si apprende, Berlusconi avrebbe dato il via libera a un ticket tra lo stesso Bernardo e l’ex sindaco Gabriele Albertini.
Ieri pomeriggio il pediatra milanese aveva incontrato anche la leader di Fdi, Giorgia Meloni, incassando un sostanziale via libera: “Mi ha fatto un’ottima impressione, di grande serietà e di grande umanità”, ha detto Meloni, che, invece, sull’ipotesi del ticket si è mostrata più prudente: quella di Gabriele Albertini come vicesindaco “è sicuramente una opzione sul tavolo, ma credo che si debba partire dal candidato sindaco prima di parlare del candidato vicesindaco”.
      A questo punto l’ufficializzazione della candidatura di Bernardo potrebbe avvenire nel vertice dei leader di oggi pomeriggio.
 “Conosco Giorgia Meloni da molto tempo, vado d’accordo con lei, non sono appassionato particolarmente di politica ma quando mi ha chiesto la disponibilità a candidarmi, ho detto di sì. Se me lo avesse chiesto qualsiasi altro, non avrei accettato”. Dopo l’annuncio di questo pomeriggio dato da Giorgia Meloni, Vittorio Feltri commenta con l’Adnkronos come è arrivato a prendere la decisione di iscriversi a Fratelli d’Italia e guidare la lista di Fdi alle prossime elezioni amministrative. “Ho deciso nello spazio di un giorno -rivela Feltri- Anche perché, quando si era fatto il mio nome come sindaco, avevo subito detto di no. Ma come consigliere lo posso fare, non la trovo una cosa così devastante per la mia vita -scherza- Aggiungo un’occupazione ad un’occupazione che ho già. Continuerò a fare il direttore editoriale di Libero, perché il consigliere non è che sta lì tutto il giorno. Non è un lavoro, è una collaborazione”, spiega.
      E sugli obiettivi che si propone da consigliere, Feltri ha le idee chiare: “Io avrei soltanto un paio di obiettivi molto forti: quello di eliminare le piste ciclabili che hanno paralizzato la città, di combattere i monopattini e cercare di restituire a Milano un immagine anche esteriore che sia migliore di quella che è stata disegnata nell’ultimo anno e mezzo con il Covid. Milano in fondo è rimasta la prima città italiana, cerchiamo di ribadirlo”. Per il resto, “Milano è una città che funziona, si tratta di farla funzionare meglio. Mi auguro di poter dare il mio contributo se non riuscirò pazienza”. Sarà una città accogliente? “Deve essere accogliente, lo è sempre stata e continuerà ad esserlo ancora di più. Naturalmente, offrendo a chi viene a Milano delle opportunità più allettanti. Questo si può fare”.
      “Naturalmente -puntualizza Feltri- non potranno venire da me le decisioni, ma le proposte sì”. E su come si orienterà una volta insediato, il direttore editoriale di Libero spiega di voler adottare la politica dei piccoli passi: “Quando sarò lì, cercherò di capire come funziona la baracca, perché non sono pratico -dice- Io non capisco niente, ma di solito sono uno che intuisce quasi tutto”, conclude.

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