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Mike and the Moonpies – “One to Grow On” (2021) by Trex Roads

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Ultimo viaggio dell’anno sulla Trex Road e anche stavolta la tappa è obbligata. Texas.
Strano, direte voi ma davvero esplorare questo stato per gli amanti della musica indipendente è una benedizione, gli artisti da scoprire e da consigliare sono talmente tanti che si ha sempre paura di essersene dimenticato qualcuno di fondamentale per strada.
E’ il caso dei Mike and the Moonpies da Austin, una band che negli anni ha saputo evolversi e migliorarsi, dagli innumerevoli e incendiari live in giro per il paese agli studi di registrazione, il miglioramento e la qualità sono sempre stati notevoli.
Fondati dal cantautore Mike Harmeier nel 2007, da allora hanno dato alle stampe ben 7 dischi e un live. Una discografia già importante quindi, piena zeppa di canzoni leggendarie, uno stile che può essere definito una sorta di mix fra il country classico, il red dirt e l’honky tonk con spruzzate di rock and roll qua e là, ma senza esagerare.

 


La band oltre al leader Mike, conta sul talento di altri 5 musicisti e cioè Zach Moulton alla pedal-steel guitar, Catlin Rutheford alla chitarra, Omar Oyoque al basso, Kyle Ponder ala batteria e al contributo di John Carbone alle tastiere.
 

Nel 2019 stupirono il mondo dell’honky tonk texano andando a registrare il loro “Cheap Silver and Solid Gold” agli Abbey Road Studios di Londra, insomma per la storia del rock mondiale non proprio un luogo sconosciuto. Un bellissimo disco ma di country classico, sobrio ed elegante. Insomma una bella sterzata dagli scatenati e intensi dischi precedenti.
L’evoluzione da quel disco e dal successivo (un tributo al grande Gary Stewart del 2020) era difficile ipotizzarla e i ragazzi di Austin hanno invece fatto il passo più difficile da fare senza risultare ripetitivi o stantii e cioè tornare alla origini della loro musica.

 

Ecco questo One to Grow On è un concentrato del meglio della loro musica, anzi se vogliamo è la cosa migliore che hanno mai fatto. Vuoi per l’esperienza accumulata, le influenze differenti assorbite, la maggior consapevolezza di essere una band amata e rispettata in uno stato dove la musica conta come il cibo.
Il disco è breve ma così bello e intenso, con nulla fuori posto che nessuno se ne accorge.
E’ una sorta di concept album se vogliamo dirla come quelli che se ne intendono, una storia incentrata su un personaggio che vive la sua vita dura di operaio, fra successi dolori e sentimenti.
La prima traccia e anche singolo, Paycheck to Paycheck, è un honky tonk scatenato attraversato da un bel duello fra chitarra e pedal-steel, il titolo è esplicativo. Una sorta di inno della resistenza ad una vita dura. Ritmata e divertente.

 

La voce fa la sua bella figura in pezzi come Hour on the Hour, un bella canzone country di quelle che le radio texane sparano volentieri a tutto volume, ma è tutta la band che ha un talento davvero fuori dal comune nello scrivere canzoni mai banali o noiose.
Il disco è sempre incentrato sul suono che ha fatto diventare la band così famosa e cioè un po’ country honky tonk un po’ country rock.
C’è spazio anche per delle potenti ballate come Brother dove la pedal-steel di Moulton prende il proscenio assieme alla voce di Mike, ma ci si stupisce di trovare anche un suono quasi funk in The Vein, originale e ben strutturata. Non sfigura anzi regala un saggio di cosa è davvero il talento di questi ragazzi texani.
Il disco si chiude con Burn Out, una epica canzone country, intensa e piena zeppa di ritmo e un bel susseguirsi di assoli che grazie alla presenza di un’altra band texana, i Quaker City Nighthawks, ci regala forse il brano che più di ogni altro ci fa pensare che non vediamo l’ora della prossima tappa di questa avventura musicale, che sono i Mike and the Moonpies.
Groove, divertimento, ritmo e tante storie vere e intense. Ecco questo è il disco che ho ascoltato.
Forse uno dei dischi più belli del 2021 e questa è una opinione condivisa con tante testate americane che lo hanno messo nelle classifiche di fine anno.
Una band che secondo me , merita di stare fra le migliori di questi ultimi 20 anni di musica texana e americana e che consiglio di scoprire se amate il Texas e i sapori musicali che ci regala.
God bless Texas!

Buon ascolto,
Claudio Trezzani by Trex Roads www.trexroads.altervista.org
(nel blog trovate la versione inglese di questo articolo a questo link : https://trexroads.altervista.org/one-to-grow-on-mike-and-the-moonpies-2021-english/

 

 

Questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie e potrebbe risultare obsoleto.

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