“Noi de La Nuova Italia condanniamo gli attentati Terroristici di Kabul, nessun tipo di violenza potrà mai essere giustificata, preghiamo per la pace in Afghanistan e in tutto il mondo.#umanità prima di tutto”.
Ieri sera con un post su facebook sul suo profilo personale il portavoce della Nuova Italia Munib Ashfaq ha preso ufficialmente posizione rispetto a quanto sta accadendo in Afghanistan. Non sappiamo se il detto vale anche in Pakistan…..però dalle nostre parti si dice “meglio tardi che mai”. Finalmente !
D’altronde era alquanto singolare che chi si candida alla guida della Città di Magenta e ‘promette’ nel suo programma elettorale 1.000 euro al mese alle categorie più fragili e in difficoltà, non dica nulla sullo scempio che stanno compiendo i Talebani col loro regime del Terrore, facilitato dall’Occidente e soprattutto dagli USA che hanno abbandonato in fretta e furia il popolo afghano e il loro già debole governo.
In verità va anche detto che più volte in questi giorni, il vice Sindaco e Assessore Simone Gelli lo ha più volte stimolato a prendere posizione……Un pressing che stavolta è servito.
Ma tant’è. Prendiamo atto che il buon Munib il primo passo l’ha compiuto: riconoscere una cosa ovvia ma importantissima. Questo comunque gli fa onore, perché nonostante le dichiarazioni di facciata che arrivano dai portavoce de La Nuova Italia (che ribadiamo a scanso di equivoci e di querele sic!) non essere un partito confessionale, sul fatto che esista un unico Islam di pace, è fuori di dubbio evidente che nella sua applicazione pratica (ed è qui che nasce il problema da affrontare e risolvere insieme) vi siano diversi Islam. Diversamente non si spiegherebbe l’azione folle e suicida degli studenti del Corano (i Talebani). Comprendiamo anche che magari possa essere anche scomodo o impopolare ammettere certe cose perché si rischia di farsi delle inimicizie in seno al proprio mondo. Perciò apprezziamo nonostante gli esposti e le carte bollate, la dichiarazione del Signor Munib. E’ un primo passo verso un percorso di effettiva conoscenza e condivisione, pur nelle proprie differenze e idee che non per questo debbono combaciare. Anzi. Ma il confronto, almeno quello a livello dialettico, ci può essere solo partendo dal riconoscimento comune dello stato di fatto. Sennò non si va da nessuna parte…. speriamo bene.
F.V.