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Master Plan Malpensa/2, Onlit: troppa fretta, brughiera a rischio

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Con una inspiegabile fretta si è siglato stamane in Regione un protocollo d’intesa al buio tra i Comuni, Sea e Anac.

Un fantomatico comitato di vigilanza che non si sa da chi sarà composto e con quali competenze dovrebbe assicurare il rispetto degli impegni sottoscritti nel Protocollo.

L’obiettivo di mitigare le criticità provocate dal Masterplan con il consumo di suolo di 44 ettari di brughiera, della biodiversità e dall’aumento del rumore non è per nulla raggiungibile con questo protocollo. Sorprende che lo scalo più grande d’Italia 1.400 ettari in gran parte sottoutilizzati debba ricorrere a nuovo consumo di suolo per ampliare la cargo city. Il recupero di 15 ettari verdi di terreno recuperati da un progetto oramai morto e sepolto della terza pista non è uno scambio vero perchè quell’area non sarebbe mai stata utilizzata.
Non serve nuovo consumo di suolo per gli impianti di produzione e riqualificazione energetica che dovrebbero già essere istallati sugli edifici esistenti senza intaccare aree verdi. Che lo scalo tra i più inquinanti d’Italia metta sul piatto del Protocollo d’Intesa la riapertura delle centraline di monitoraggio dell’aria che non dovrebbero mai essere state chiuse la dice linga sul percorso di Valutazione d’Impatto ambientale (VIA) che non garantisce per nulla il territorio e i comuni dell’area.Una politica tariffaria di Sea che incentivi l’utilizzo di aerei, meno rumorosi e meno inquinanti è in vigore in tutta Europa, i tempi di sostituzione degli aerei saranno lunghi per tutti gli scali europei e non sarà certo questo Protocollo in grado di tutelare i cittadini dal rumore e dall’inquinamento dell’aria. La via maestra è la localizzazione della Cargo City al posto del Terminal 2 oramai obsoleto e chiuso da due anni.
Dario Balotta
 presidente Osservatorio Nazionale Liberalizzazioni Infrastrutture e Trasporti

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