Province: spostate le funzioni ma non le risorse. A questo punta tocca alla Consulta pronunciarsi
MILANO – La Regione Lombardia fa ricorso alla Corte Costituzionale sulla Finanziaria 2017. Lo ha deciso oggi la Giunta, perché la legge oggetto dell’impugnativa ‘non prevede alcuna riassegnazione alle Regioni e agli Enti locali subentrati nell’esercizio di funzioni provinciali non fondamentali delle risorse sottratte a Province e Città metropolitane per effetto di disposizioni della legge 190/2015, in violazione dell’articolo 119 della Costituzione’.
REFERENDUM BOCCIATO – La Legge di Stabilità, spiega l’assessore all’Economia, Crescita e Semplificazione, Massimo Garavaglia, “nasce nella fase in cui si andava verso un referendum, che l’ex Premier Matteo Renzi dava per vinto e che avrebbe profondamente modificato il sistema delle autonomie, riportando tutto al centro. La riforma, però, è stata sonoramente bocciata dagli italiani con il referendum”.
RIMETTERE LE COSE A POSTO – A questo punto, secondo l’esponente della Giunta Maroni, “occorre iniziare a rimettere alcune cose a posto”. Una di queste, riguarda l’ultima legge di Stabilità, che insieme alle due precedenti, per il comparto regioni ordinarie, prevede un contributo complessivo alla finanza pubblica di 10,2 miliardi di euro nel 2017. Con questo ricorso – spiega Garavaglia – “iniziamo a fissare un paio di ‘paletti’. Il primo, è che le manovre di finanza pubblica non possono essere ‘eterne’. Cioè, devono avere un inizio e una fine, come già ribadito dalla Corte Costituzionale. Il secondo punto – prosegue l’assessore – riguarda le Province. I tagli di risorse, sono stati dichiarati costituzionali dalla Corte, solo se comportano uno spostamento di funzioni e il loro finanziamento. Cosa che, invece, non avviene. Cioè, vengono spostate funzioni in capo alle Regioni senza garantire i finanziamenti conseguenti. Entrambi i punti – sostiene – hanno tutte le possibilità di essere accolti dalla Consulta”.