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Massimo Garavaglia racconta a TN i suoi 14 mesi al governo del Paese

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MARCALLO CON CASONE – Quattordici mesi  molto intensi, quattordici mesi nella squadra di Governo per provare a cambiare questo Paese. Massimo Garavaglia, Vice Ministro del MEF (Ministero Economia Finanza), oggi deputato del Carroccio racconta a Ticino Notizie la sua esperienza e, in prospettiva, spiega come si muoverà la Lega da qui in avanti.  “Il bilancio di questi mesi è senz’altro positivo. Un’esperienza dalla quale s’impara sempre soprattutto quando rappresenta il prosieguo  di quanto fatto in questi anni. In questo senso,  il fatto di aver fatto l’Assessore all’Economia in Regione Lombardia (il che significa amministrare 24 miliardi di euro ndr), o ancora l’aver coordinato il tavolo per  il bilancio di tutte le regioni italiane o, di sedere nel CDA di Cassa Depositi e Crediti così come in AIFA, beh,  tutto ciò mi ha aiutato molto. Quando, infatti,  sono arrivato al MEF ero già a conoscenza di alcuni  importanti dossier, così come conoscevo parte del personale e di alcuni dei suoi principali dirigenti. Tutto questo ha giovato e non poco. Poi, ovviamente, se si lavora con impegno s’impara. E così questo incarico mi ha permesso di confrontarmi quotidianamente con la finanza pubblica e anche con le procedure parlamentari ma in un’ottica di governo. Il che non è poco”.

A mente fredda Garavaglia conferma che il tentativo di fare un governo ‘gialloverde’ andava comunque fatto nonostante le polemiche e quanto successo in queste ultime settimane. “Quattordici mesi fa c’era entusiasmo, tutto il Paese era con noi, avevamo un consenso molto forte che come Lega abbiamo mantenuto anche oggi. L’attuale governo nasce in uno scenario molto differente, tra due forze politiche che hanno solo le élite dalla loro parte”. A questo proposito Garavaglia cita Gramsci: “Quando una classe politica perde il consenso della classe dirigente diventa classe dominante”. “Ma – aggiunge l’ex Vice Ministro – il nostro Paese ha dimostrato abbondantemente di avere sani anticorpi democratici contro chi abusa del proprio potere…”.

Quindi, Garavaglia ricorda cosa ha prodotto concretamente quello che era stato ribattezzato come il “governo del cambiamento”: “Abbiamo smontato la legge Fornero, abbiamo chiuso i porti. Tutte cose che prima sembravano irrealizzabili ma che abbiamo fatto. Poi, sono arrivate le elezioni europee e il giochino si è rotto. I 5 Stelle hanno dimezzato i loro consensi e hanno cominciato ad attaccare la Lega in modo pesante. Nel mezzo si è inserita l’azione opportunistica del primo ministro Conte affiancata da una manovra di palazzo degna della peggior politica della prima repubblica, peraltro, sotto gli occhi di tutti…”. 

E arriviamo così a questi giorni. Dove Garavaglia il Movimento 5 Stelle e il PD si sono messi in un vicolo cieco. “Il governo ripartirà sul tema migranti con il fantomatico ‘modello Milano’ della cosiddetta accoglienza diffusa. Il che va benissimo in piazza Duomo a Milano o ai Parioli dove spariscono come d’incanto gli ingombranti migranti, salvo poi farli ricomparire altrove dove abitano i poveri cristi….”.

Il deputato pone poi l’accento su quelli che da sempre sono i cavalli di battaglia del suo partito (e suoi in particolare come uomo che ha legato il suo percorso politico e professionale al mondo dell’economia *): infrastrutture,  meno tasse e autonomia.

“Sono tre concetti legati tra loro in modo indissolubile, perché affinché si crei sviluppo occorre che le aziende vengano messe nelle condizioni di assumere e le infrastrutture servono per accorciare i processi e renderle più competitive. Così come l’autonomia è un argomento essenziale perché solo così il pubblico può dare delle risposte più veloci ai cittadini”.

Tematiche queste sulle quali il contrasto con il Movimento 5 Stelle – racconta Garavaglia – è stato insanabile.

“La decrescita felice da un lato, dall’altro l’ambientalismo idealista hanno portato alla situazione di Roma: rifiuti ovunque, questo è il volto vero dell’amministrazione pentastellata. Come risposta c’è la brillante idea di tassare i cittadini ‘colpevoli’ di produrre rifiuti. E’ la stessa logica secondo la quale si dovrebbero tartassare i cittadini che possiedono auto vecchie con super bolli da pagare. Ci attendiamo a questo punto le nuove tasse ecologiche, un’autentica boiata, ma che come Lega non mancheremo di spiegare bene ai cittadini. Ci attendiamo comprensibilmente un bel putiferio, considerato quanto accadde all’epoca per la tassa sui sacchetti di plastica, altra idea geniale targata PD. Se tanto mi dà tanto…ne vedremo delle belle”.

Garavaglia, però, da uomo del fare pragmatico, cerca anche di guardare il bicchiere mezzo pieno di questo governo.

“Beh se guardo alle infrastrutture e vedo che al posto di Toninelli c’è Paola De Micheli, tiro un sospiro di sollievo. Non solo è un’amica ma è una persona seria e capace.  D’altronde, difficile far peggio di Toninelli, sarebbe bastato entrare all’Esselunga e pescarne uno a caso per trovare una figura più adeguata al compito. Per questo motivo sono fiducioso anche sul partenza definitiva dei cantieri per la realizzazione della Malpensa Vigevano che era stata inserita tra le opere prioritarie già dal passato governo PD in accordo con il Presidente di Regione Lombardia Roberto Maroni. Idem dicasi per la TAV che in realtà non si è mai fermata. Quella del Movimento 5 Stelle su quest’argomento è mera narrazione politica, una battaglia di retroguardia che ha fatto comodo solo ai francesi. Perchè diversamente da noi italiani che avevamo finanziato l’opera, d’Oltralpe le cose non stavano esattamente così. Ma questo sulla grande stampa non è mai passato”.

In chiosa Garavaglia guarda al futuro di quello che sarà il nuovo scenario politico. “In primo luogo vediamo chi ci sarà con in piazza lunedì a Montecitorio con noi, tutti sono i benvenuti. Ma dopo dovremo pensare ad un percorso più di prospettiva e dentro a quest’ottica è evidente che i 5 Stelle non ci saranno più. Di fatto, con la decisione di fornire un appoggio esterno al nuovo governo PD, hanno chiuso baracca. Anche a livello locale, peraltro, fatto salvo che per Sedriano dove in ogni caso perderanno alle prossime elezioni, non hanno alcuna rappresentanza. E’ chiaro allora che la sfida è tra Lega e PD. Ma questo significa anche e soprattutto popolo contro élite, periferia contro centro, centralismo contro autonomia, chi sta con l’Italia e chi sta dalla parte di Bruxelles e dei suoi interessi. Sono tutti concetti che per fortuna la maggioranza della gente ha già ben chiari. Non è un caso del resto che il PD, come ho già detto, resista solo ai Parioli a Roma, piuttosto che nella prima cerchia dei Navigli milanese. Il mondo normale, quello che si alza alla mattina per prendere il treno sa già che questo è un governo perdente. Adesso si tratta solo di capire quando si andrà a votare. Ma è solo una questione di tempo.”.

 

Fabrizio Valenti

 

 

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