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+Mario Mantovani, ecco le motivazioni della sentenza del 14 marzo: 277 pagine per ribadire ASSOLTO, ASSOLTO, ASSOLTO..

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Ribadita anche l’innocenza dell’attuale Ministro Massimo Garavaglia
ARCONATE MILANO 277 pagine per ribadire, in modo chiaro e integrale, a tratti anche molto duro, che Mario Mantovani e TUTTI gli imputati nel processo di Appello conclusosi a Milano lo scorso 14 marzo erano INNOCENTI.
Assolti, assolti, assolti: da OGNUNA delle accuse in base alle quali l’ex Vicepresidente della Lombardia, ex Viceministro e già sindaco di Arconate era stato condannato nel luglio 2019. 90 giorni dovevano essere e 90 sono stati, anzi meno: le motivazioni sono arrivate a ridosso del voto di domenica 12, esattamente venerdì 10. Ed è assolutamente ricca di spunti la corposa dissertazione dei tre giudici che, presieduti da Maurizio Boselli, nel marzo scorso hanno letteralmente ribaltato la sentenza di primo grado.
 

Tra gli elementi decisivi a sostegno delle tesi difensive c’è la famosa intercettazione che secondo il Tribunale era la “prova regina” di un presunto accordo corruttivo e che, invece, riascoltata nel processo d’appello e’ suonata in modo del tutto diverso. E ha fatto cadere, con altri elementi, la tesi d’accusa che sosteneva che Mario Mantovani “avrebbe raccomandato” l’architetto Gianluca Parotti ai “direttore generali di aziende sanitarie lombarde” per non versargli compensi su lavori di restauro “presso Villa Clerici”, tra l’altro a quel tempo “non ancora eseguiti”.

E’ con questa e una serie di altre argomentazioni, indicate nelle motivazioni depositate, che la Corte d’Appello di Milano ha letteralmente smontato la sentenza di primo grado con cui l’ex vicepresidente della Regione Lombardia e altre 8 persone erano state condannate, assolvendoli tutti il 14 marzo. Corte che ha confermato anche due assoluzioni decise gia’ dal Tribunale, tra cui quella del ministro del Turismo ed esponente della Lega Massimo Garavaglia per una presunta turbativa d’asta.

Nelle 277 pagine nelle quali la Corte (presieduta da Maurizio Boselli) ‘demolisce’ l’impianto accusatorio spicca quell’intercettazione del 2014 che il legale di Mantovani, l’avvocato Roberto Lassini, ha chiesto e ottenuto di risentire in aula a gennaio, ripulita da “rumori di fondo”. E cosi’ le parole di Parotti (parlava con un amico) che prima erano state trascritte come “mi sta girando due lavori il capo, per i miei lavori della sua villa” sono diventate, con la certificazione della Corte, “mi sta girando due lavori il capo … primi lavori della sua vita”. E in piu’ un “fuori cornetta” pessimista in cui diceva pure: “secondo me non prendo un …”.

Mantovani fini’ in carcere per corruzione, concussione e turbativa d’asta nel 2015 e fu condannato a 5 anni e mezzo, prima di essere assolto con formula piena da tutte le imputazioni (i giudici motivano su ognuna di queste) tre mesi fa.

Se Parotti (assolto) “non avesse pronunciato” le parole della prima trascrizione ma quelle della seconda, “come il Collegio reputa certo”, risulterebbe, spiega la Corte, “ulteriormente depotenziata la valenza probatoria della frase con riferimento all’ipotizzato scambio corruttivo, disarticolando l’iter logico-motivazionale” del verdetto di primo grado. Sentenza che la seconda sezione d’appello scardina pure nelle molte altre imputazioni al centro del processo, anche quando scrive che non e’ supportata dalle testimonianze la tesi “dell’occultata concentrazione di interessi nella figura” di Mantovani (ex senatore Pdl e con molti altri incarichi nella sua carriera politica), che era ritenuto dall’accusa “dominus e gestore di fatto dell’ente risultato aggiudicatorio” di una gara, ossia Opera Pia Castiglioni.

In un altro passaggio della sentenza la Corte chiarisce che i giudici di primo grado avrebbero anche dato “interpretazioni non condivisibili” di intercettazioni che riguardavano una presunta turbativa d’asta sul servizio trasporto dializzati di 8 anni fa, per la quale Garavaglia, imputato quale ex assessore lombardo all’Economia, era stato gia’ assolto, mentre Mantovani condannato dal Tribunale anche per quell’imputazione, spazzata via in secondo grado. “Neutri”, scrive la Corte, sono “i due sms” inviati da Garavaglia a Mantovani e quello di risposta dell’ex assessore alla Sanita’. Su Mantovani, cosi’ come su Garavaglia, non ci sono “elementi di collegamento” con le vicende della gara che, tra l’altro, non fu truccata.

Tra gli assolti nel processo il contabile Antonio Pisano, difeso dall’avvocato Davide Steccanella (“giustizia e’ fatta!”, ha commentato), il collaboratore di Mantovani, Giacomo Di Capua, e Francesco Errichiello, ex provveditore alle Opere pubbliche della Lombardia.

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