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‘Malpensa cresce a danno di Linate’, lamenta Balotta (Onit)

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Riceviamo e pubblichiamo

MALPENSA –  La cifra “record” di 27 milioni di passeggeri nel 2019 a Malpensa non deve sorprendere nessuno. Se lo scalo della “Brughiera” ha raggiunto questa cifra è solo grazie al lunghissimo bridge di Linate, durante il quale tutti i passeggeri e i voli sono stati trasferiti a Malpensa: ben tre mesi, contro le tre settimane appena che sono servite per rifare la pista dell’aeroporto di Bergamo, più lunga di quella del Forlanini.

Il risultato “record” serve ora alla Sea per rilanciare un piano d’investimenti (Master Plan) per il potenziamento dello scalo che avrà effetti devastanti sul territorio circostante e sul Parco del Ticino. Il progetto appare del tutto ingiustificato, visto che  Malpensa ha una capacità di 50 milioni di passeggeri, mentre quando lo scalo è nato, nel 2000, si prevedeva di raggiungere 30 milioni di passeggeri già nel 2006. Inoltre, avrà subito degli effetti negativi: cioè l’aumento delle tariffe aeroportuali per le compagnie aeree e delle tasse d’imbarco per i passeggeri.
Soprattutto, però, il nuovo piano si basa su una prospettiva falsata: da un lato Linate quest’anno retrocederà di un’altra  posizione,  passando l’ottavo scalo italiano per numero di passeggeri (mentre solo 4 anni fa era saldamente terzo in classifica). Dall’altro, se il bridge ha avuto un effetto positivo su Malpensa per l’aumento del traffico, ciò è avvenuto costringendo i passeggeri a un più lungo tragitto e a tempi d’imbarco di oltre tre ore in partenza (contro una media europea di 2 ore). Il costo dei taxi è aumentato, come quello dei parcheggi, e la quota di passeggeri che hanno utilizzato il treno è stata del 15% (tra le più basse nei maggiori aeroporti europei che sono oltre il doppio), mentre l’autobus dalla Centrale è andato un po’ meglio con il 17%. Oltre il 60 % utilizza l’automobile per recarsi allo scalo mettendo sotto pressione e inquinando tutta la Brughiera.
Infine, il Forlanini, che tra poco più di due anni sarà collegato al centro di Milano con la metropolitana 4, dopo i recenti lavori di restyling e il rifacimento della pista è passato da 5 a 3 Fingher, quando per essere competitivo con gli altri city airport avrebbe dovuto aumentare e non diminuire gli ingressi diretti a bordo. Anche Malpensa, costruito meno di 20 anni fa, si trova a corto di Fingher, e ora per questo si progetta di costruire un quarto modulo a nord del Terminal 1. Senza guardare al fatto che è invece la vecchia Malpensa, il Terminal 2, che con 8 milioni di passeggeri anno low cost sostiene lo sviluppo dello scalo, nato per essere un Hub,  dove anche lì sono stati inspiegabilmente chiusi otto Fingher su otto.
Dario Balotta
PRESIDENTE OSSERVATORIO NAZIONALE LIBERALIZZAZIONI INFRASTRUTTURE E TRASPORTI 

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