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Dall'archivio:

Magnago, 1 milione di euro per l’area ex coop San Martino

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MAGNAGO  –  A dare conto dell’imponenza dell’opera concorre già almeno in parte quanto è stato stanziato per portarla a compimento: 1.043.810,24 Euro. L’area dell’ex cooperativa San Martino è uno dei biglietti da visita dorati di Magnago. Per la robusta storia che si porta dietro e per quella che, una volta realizzati gli interventi di riqualificazione, è destinata a scrivere ancora per il futuro per la collocazione in esso di un centro civico e della biblioteca attualmente situata all’interno del parco Lambruschini.  Della necessità di ridare a quell’area un’iniezione di rivitalizzazione, del resto, l’attuale sindaco Carla Picco ne è convinta da anni. Fin da quando, nel 2009, allora sui banchi dell’opposizione sosteneva: “auspichiamo che al più presto si decida di intervenire sulla struttura”.  Gli edifici su cui si dovrà intervenire sono in tutto tre e risalgono tutti a contesti storici differenti. “Il primo edificio – si legge nella presentazione del progetto – il più antico, quello adiacente l’attuale proprietà della parrocchia, fu edificato presumibilmente nel diciottesimo secolo e la sua facciata, elegante e con doppio ordine di finestre verticali e regolari, è ancora visibile in alcune immagini fotografiche dell’inizio del secolo scorso”. Storia pura, quindi. Vi sono poi gli edifici prospicienti la piazza che risalgono a epoche diverse ma non per questo annoverano minor pregio: “prospiciente la piazza PIo IX e la piazza grande – spiegano gli estensori del progetto in relazione al secondo- è stato realizzato tra il 1930 e il 1942”.
Fin qui la dinamica storica che ha portato gli edifici ad avere l’attenzione della Soprintendenza e a essere quindi soggetti a vincolo di culturalità. Questo esige che, per intervenire su di essi, si vada quindi per interventi mirati che non ne alterino la struttura di indubbia valenza storica e su questa scia comune e progettisti si sono mossi. Ma quali soluzioni ristrutturative si affacciano sul domani?  Sempre dalle linee guida del progetto si evince che sono tre: “ridefinire nuovi rapporti tra piazza della Chiesa e spazio aperto interno del lotto interessato, mantenere il cannocchiale verso la chiesa e accentuare i rapporti con piazza san Michele”.  Il punto di partenza, spiega ancora chi ha elaborato il progetto, è la demolizione di parte del fabbricato che risale agli anni settanta. “Viene inserito a piano terra un volume , un cassetto che ha funzione estetica e architettonica ma anche tecnica” , tale volumetria è  destinata a “ridefinire  i rapporti con la piazza della chiesa”. Quanto al secondo obiettivo, “il cannocchiale verso la facciata della chiesa viene mantenuto e rafforzato grazie alla facciata nord che viene mantenuta e rimarrà impermeabile”. Una soluzione che consentirà di instaurare “un rapporto di rispetto più intimo erso la piazza della chiesa attraverso la schermatura vedo non vedo in lamelle verticali”.  Per quanto concerne invece il terzo aspetto più propriamente legato alla piazza San Michele, cuore nevralgico del capoluogo magnaghese, “il nuovo ingresso consiste in un ambiente vegetale utile ai fini dell’invarianza idraulica con una lunga seduta che accoglie i visitatori”. E sarà, si aggiunge, “un modo per consentire ai più giovani di avere uno spazio per esprimersi e di essere attratti da uno spazio, quello della biblioteca  in un piccolo paese, eletto a luogo culturale che necessariamente deve essere aperto e comunicante”.   Per quanto concerne le misure volumetriche, il piano terra annovererà uno spazio destinato a molte funzioni di settanta metri quadrati e 25 di reception, vi sarà poi un’area bimbi di 24. Al primo piano sorgerà la biblioteca che occuperà una superficie di 72 metri quadrati.  La cooperativa San Martino, sia pure con diverse funzioni, continuerà quindi ad assolvere quel ruolo storico che in Magnago ha sempre rivestito in modo egregio e benefico.
Cristiano Comelli     

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