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“Magenta vuole vivere” e il mondo del commercio: “NO al progetto di via Garibaldi”

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MAGENTA –  “Una scelta frettolosa che però rischia seriamente di rovinare una delle strade storiche della nostra città”. Il “Comitato Magenta vuole vivere” capeggiato da Francesco Bigogno questo pomeriggio ha indetto una conferenza insieme ad alcuni commercianti della via Garibaldi tra cui Mario Rossoni – il momento con la stampa è stato proprio ospitato presso lo storico negozio di via Garibaldi – con la sorella Anna, insieme ad altri esercenti come Ilaria Ria o semplici cittadini come Consuelo Lara Busti, “che hanno a cuore i simboli identitari, oltre che artistico culturali di questa strada”. “Siamo qui prima di tutto come cittadini” hanno esordito i presenti che domani protocolleranno un documento assai articolato in Comune che contiene una serie di rilievi e controproposte. “Non possiamo accettare il fatto – ha detto Bigogno – che il porfido venga sostituito con il bitume. Questa è una via che ospita caseggiati storici, da qui gli Americani hanno fatto l’ingresso a Magenta alla fine della Seconda Guerra Mondiale (vedi foto sottostanti), togliere il porfido significa strappare un pezzo della nostra cultura, visto che si tratta di materiale tipicamente lombardo”.

E con quali effetti poi si sono chiesti i protagonisti di questa iniziativa. “Il bitume costa poco ma dura anche molto poco. Il porfido posato qui in via Garibaldi oltre 30 anni fa, malgrado non sia stata fatta praticamente alcuna forma di manutenzione, è arrivato fino ad oggi”. Già perché la parola più volta evocata è stata appunto manutenzione e programmazione dei lavori. “In Comune – ha proseguito Bigogno – dicono che non ci sono i soldi per posare il porfido come quello che è stato messo all’epoca dell’Amministrazione Del Gobbo in piazza Formenti, piuttosto che nelle altre vie adiacenti? Benissimo, piuttosto della bruttura che hanno in mente, meglio togliere l’attuale porfido e successivamente riposarlo, così da salvaguardare l’elemento caratteristico della strada”. E’ questa in soldoni la proposta che i firmatari del documento intendono avanzare all’Amministrazione Calati. 

Dopodiché hanno espresso i loro dubbi sul parere positivo che la Sovraintendenza avrebbe esposto rispetto al progetto che l’Amministrazione intende portare avanti. “Ci appelliamo qui anche al buon senso della Sovraintendenza, perché visti i precedenti è evidente che mancano dei tasselli in questa vicenda”. Lo spettro evocato da Bigogno, così come da Rossoni e dagli altri presenti è che in via Garibaldi si compia lo stesso scempio avallato dall’allora Amministrazione Labria in piazza Liberazione. “Avevamo una piazza di valore inestimabile quanto a materiale, con massello di granito rosa per certi versi unico: sono stati letteralmente gettati via. Fu un errore madornale che ci auguriamo questa Giunta non intenda compiere ancora, in quanto, chi amministra dovrebbe lasciare la città in condizioni uguali se non migliori di come la trovata”. 

Secondo i promotori dell’istanza già sottoscritta da numerosi cittadini, peraltro, nel progetto della Giunta Calati ci sarebbero anche degli evidenti problemi di sicurezza stradale. “La riduzione della carreggiata stradale a soli tre metri e mezzo in considerazione dell’ampliamento dei marciapiedi, comporta dei problemi tangibili per la viabilità. Basta, infatti, per un’automobile trovarsi davanti una bicicletta perché si crei una situazione di potenziale pericolo”.  Per ‘Magenta vuole vivere’ al pari degli altri presenti non è certo una questione politica. “Questi rilievi furono mossi all’epoca dei confronti avviati con l’allora Amministrazione Invernizzi”. 

A questo punto, però, si tratta di capire se e quali margini di manovra ci sono ancora rispetto ad un progetto che l’Amministrazione Calati ha presentato ai diretti interessati lo scorso 28 ottobre e che a marzo dovrebbe entrare nella sua parte esecutiva con una stima dei lavori per questa prima tranche, che vanno dai quattro ai sei mesi d’intervento.

“Normalmente – hanno obiettato i negozianti della via – anche sulla tempistica ci si confronta. Non ci dovrebbe essere imposizione. Viceversa quest’approccio con questo genere di crono programma rischia seriamente di arrecare un danno molto grave a livello economico a tutti i commercianti della strada”.

 

*Le immagini storiche dell’ingresso a Magenta degli Americani alla fine della seconda guerra mondiale sono tratte dal libro La Casa di San Biagio a Magenta, edito da Zeisciu

Dunque, l’auspicio è che l’Amministrazione ci ripensi e avvi un nuovo confronto, magari tenendo in considerazione gli spunti costruttivi contenuti nel dossier che domani arriverà a Palazzo Formenti. “Se non sarà così –  ha concluso Bigogno – ci mobiliteremo. Estenderemo la raccolta firme a tutta la città. Non solo, avvieremo altre iniziative pubbliche di sensibilizzazione perché questa è un’operazione negativa per Magenta: attrattività e bellezza vanno di pari passo”. 

 

Fabrizio Valenti

Questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie e potrebbe risultare obsoleto.

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