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Dall'archivio:

Magenta/villa Naj Oleari e Sovrintendenza: lo sfogo di Razzano. E il giallo sugli incontri (in dieci anni…)

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Potrebbe contenere informazioni obsolete o visioni da contestualizzare rispetto alla data di pubblicazione.

 

MAGENTA Infinite polemiche sulle vetrate di Villa Naj Oleari di #Magenta. Ma possiamo dire che la richiesta della Sovraintendenza è assurda, antieL’stetica e antieconomica?
E’ domenica quando Paolo Razzano, dirigente metropolitano del PD ed ex vicesindaco di Magenta, lancia da Facebook un lamento peraltro già accennato (e condiviso) da molti su quanto comunicato dal sindaco Luca Del Gobbo sulle vetrate della storica villa affacciata su piazza (anch’essa illo tempore modificata in corso d’opera).

Togliere le vetrate per reinserire una barriera in muratura, così come imposto dalla vincolante (in tutti i sensi) decisione della Soprintendenza ai Beni Architettonici, sta facendo discutere molto in città.

E così Razzano dà voce a un sentimento diffuso, in città: ma che senso ha una tale decisione ad oltre 10 anni dalla conclusione di lavori  e cantiere, peraltro entrambi e ovviamente già sottoposti al vaglio delle rigorose ‘Belle Arti’?

COSA DICE LA LEGGE

In termini generali, TUTTI coloro i quali hanno avuto o hanno a che fare con beni o monumenti ‘vincolati’ dalla legge (e dalla Soprintendenza) sanno di essere sottoposti a vincoli (appunto..) ben precisi. Vediamo quali.

– risultano sottoposti de jure (fino a quando non sia intervenuta con esito negativo la procedura di “Verifica dell’interesse culturale”) alla disciplina di cui alla parte II del D.Lgs. 42/2004 “Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio” tutti gli immobili, strutture, singoli edifici o complessi (ivi compresi i cimiteri, le piazze, le strade e vie pubbliche di interesse storico-artistico, le architetture rurali, ecc.) la cui esecuzione risalga a oltre settanta anni e la cui proprietà appartenga allo Stato, alle Regioni, agli altri Enti Pubblici Territoriali (Comuni, Province, ecc.), nonché ad ogni altro Ente ed Istituto pubblico e a persone giuridiche private senza fine di lucro (Enti religiosi, ONLUS, ecc.);

– sono altresì sottoposti a specifiche disposizioni di tutela ai sensi della parte II del D.Lgs. 42/2004 particolari categorie di manufatti indicati all’art.11 del Decreto, tra cui: affreschi, stemmi, graffiti, lapidi, iscrizioni e altri elementi decorativi di edifici esposti o non alla pubblica vista;

– l’esecuzione di opere e lavori di qualunque genere (compresi gli interventi edilizi classificabili come “manutenzione ordinaria”, l’installazione di impianti tecnologici, la collocazione di manufatti a carattere temporaneo, le affissioni pubblicitarie e i mutamenti di destinazione d’uso, anche in assenza di opere edili) sui Beni Culturali di cui sopra è subordinata, ai sensi dell’art. 21 del D.Lgs., alla preventiva autorizzazione da parte del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo;

– sono altresì sottoposti a obbligo di denuncia e subordinati alla preventiva autorizzazione da parte del MIBACT le alienazioni, le concessioni d’uso, le vendite e i trasferimenti di proprietà dei Beni Culturali, secondo le disposizioni di cui agli artt. 53 e segg. del D.Lgs. 42/2004;

– i proprietari di Beni Culturali sono inoltre tenuti all’osservanza degli obblighi conservativi imposti dall’art. 30 del citato D.Lgs. 42/2004;

– l’inosservanza delle disposizioni del D.Lgs. 42/2004 comporta l’applicazione delle sanzioni amministrative e penali di cui alla parte IV del detto Decreto e delle ulteriori sanzioni previste dalla normativa vigente.

Da questo mix di disposizioni deriva ovviamente l’obbligo di enti come i Comuni a interfacciarsi con gli uffici della Sopraintendenza.

IL GIALLO DEGLI INCONTRI

L’ultimo aspetto di questa vicenda cui vogliamo accennare è quello degli incontri barra confronti (avvenuti o meno) tra Comune di Magenta e ‘Belle Arti’. A nostra memoria NON ricordiamo prese di posizione, comunicazioni o discussioni sul tema della piazza e di villa Naj Oleari. Né durante i 5 anni di Marco Invernizzi né nei successivi di Chiara Calati.

E qui emerge un elemento cogente: la giunta Del Gobbo si è dovuta limitare a prendere atto della rigida disposizione della Sovrintendenza. Ma prima cosa è accaduto? Ci sono stati dei vertici? Dei sopralluoghi a Magenta? E se sì, con quali risultanze?

Temi che verosimilmente ritorneranno nel dibattito politico cittadino, anche perché il Partito Democratico ha preannunciato di aver presentato delle richieste tese a far luce su quanto accaduto (almeno) negli ultimi anni. Verosimilmente dieci. Parecchi.. Chissà cosa scaturirà.

Di certo, lo sfogo di Paolo Razzano (peraltro condiviso da un plauso dello stesso Luca Del Gobbo nei commenti) appare non così immotivato.

F.P.

Questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie e potrebbe risultare obsoleto.

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