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Magenta/Vigevano: Luigi Di Maio, il maratoneta che ha battuto il Covid, torna a correre e racconta la sua storia in un libro

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MAGENTA/VIGEVANO È tornato a correre e a vivere dopo il periodo buio del Covid. Luigi Di Maio ha vinto la gara più lunga e difficile della sua vita e non è stato per niente facile, nemmeno per un maratoneta come lui abituato ad allenarsi duramente e a partecipare per quattro volte alla 100 chilometri del Passatore. Un’esperienza terribile che il vigevanese ha voluto raccontare in un libro, edito dalla casa editrice magentina La Memoria del Mondo.

Libro che si intitola semplicemente «42,195. In equilibrio sul confine», ovvero la distanza della classica maratona. Era l’inizio del 2020 e Di Maio stava programmando la sua stagione agonistica con un sogno tutt’altro che irrealizzabile. Correre il quinto Passatore in meno di 10 ore. Stava incredibilmente bene in quel periodo. Nulla che lasciasse presagire il dramma che avrebbe vissuto di lì a poco. «Martedì 3 marzo – racconta – mi sveglio e mi sento un po’ strano, ma non posso stare a casa dal lavoro». Arriva sera e la febbre sale a 38°. Passano i giorni e la febbre continua a salire insieme ad una sensazione di spossatezza che non aveva mai sentito sul suo corpo.

«Finché mi chiamano dall’Ats di Pavia e mi avvisano che il tampone è risultato positivo al Covid 19 e dovevo mettermi in quarantena – continua – Nel frattempo la saturazione scende e vengo ricoverato». Di Maio descrive minuziosamente quello che vive sulla sua pelle. «Tutto questo finirà – pensa tra sé e sé – sono un atleta e il mio fisico ha sempre risposto bene. Presto sarò a casa». Invece la situazione degenera. Il casco Cpap si rende necessario per la respirazione. In lui cominciano ad affiorare le paure peggiori, compresa quella della fine. Non fa che pensare alla sua adorata famiglia. La mente si fa sempre più confusa, finché si risveglia 24 giorni dopo. «Giorni che per me non sono esistiti – afferma – fatti solo di sogni brutti, dolorosi, assurdi, angoscianti, che mi accompagneranno per il resto della mia vita». Il maratoneta esce dall’incubo, ma come sarà la sua vita da lì in avanti?

«L’inizio è stato terribile – racconta – Non mi reggevo in piedi e continuavo a chiedere a me stesso se sarei tornato quello di prima o se sarei stato soltanto un peso per la mia famiglia». Invece Luigi ce la fa. Sorprende anche i medici che lo avevano dato per spacciato. Ricomincia a camminare e anche a correre. Magari non con i tempi di prima, ma quelli arriveranno. «Dal mese di settembre dello scorso anno ho corso tre maratone – spiega con orgoglio – Ho corso a Roma, Torino e Barcellona. Adesso ho un grande sogno, quello che il Covid ha soltanto interrotto. Quello di completare la mia quinta 100 chilometri del Passatore da Firenze a Faenza. In quanto tempo non importa. Sono stato fortunato, sono arrivato a un passo dal confine, anzi sopra il confine».

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