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Magenta-UrbanaMente Giovani: restiamo a casa. Pensieri e parole degli studenti della terza liceo del Quasimodo

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Restate a casa 

In questi giorni ascoltiamo medici, scienziati, esperti, politici etc.: la voce che manca è quella dei giovani, che stanno trovando in questo spazio la possibilità di elaborare pensieri, paure, riflessioni, emozioni attraverso la stesura di articoli stimolanti e mai banali. Anzi, se all’inizio a scrivere erano gli studenti delle classi terminali, ora l’età si sta abbassando e anche i più giovani sentono l’esigenza di essere ascoltati. Questo bisogno è stato recepito da quei docenti che invitano gli studenti a dare forma scritta al loro tumultuoso mondo interiore, sviluppando insieme un modo creativo e proficuo di DaD (Didattica a Distanza): così creativo che talvolta la prosa non basta per trovare le parole adatte e occorre ricorrere ai versi…

Restare a casa   Restare a casa. La frase che più ci sentiamo dire in queste settimane. Restare a casa per proteggere noi stessi ma soprattutto gli altri, limitare la nostra libertà per salvare persone che non conosciamo. Proprio per questo credo che, dopotutto, questa situazione possa permetterci di crescere, cambiare e tornare ai valori fondamentali che tutti dovremmo condividere. Essere meno incentrati su noi stessi e preoccuparci per la collettività, accettare di sottostare alle regole che ci vengono imposte per cercare di risolvere la situazione, insieme.Credo inoltre che l’emergenza sanitaria possa permettere una rinascita del nostro Paese, l’Italia che in questo momento sta soffrendo. Un Paese che, proprio grazie a questa situazione senza precedenti, sta cominciando ad essere più unito. Tutti noi infatti ci ritroviamo esattamente nella stessa situazione e finalmente ci accorgiamo che, anche in tempi normali, siamo tutti uguali e abbiamo le stesse esigenze, gli stessi interessi e gli stessi problemi. “Stare distanti oggi per poterci riabbracciare con più calore domani”, leggiamo sui giornali. Una frase che rispecchia il sentimento comune di tutti gli italiani che, dopo questo periodo di pausa e riflessione, potranno tornare a vivere più consapevoli di prima.”Andrà tutto bene”. Parole scritte su fogli colorati e appesi alle porte serrate delle case, che da fuori sembrano immobili, ma dove dentro ormai trascorriamo tutte le nostre giornate. Queste parole esprimono la solidarietà condivisa da tutti, che emerge spontaneamente in questo contesto di incertezza e cambiamenti radicali. Poche parole che servono comunque a ricordarci che non siamo da soli e che, prima o poi, tutto tornerà come prima. Non proprio ogni cosa, però: quando tutto ciò sarà finito, avremo finalmente la consapevolezza che è necessario essere meno autoreferenziali e più partecipi della nostra comunità. Come dopo ogni altra situazione di crisi, ci riprenderemo più forti di prima e apprezzeremo soprattutto le cose più semplici, a cui prima non facevamo neanche caso, ma che ora ci mancano così tanto e che domani considereremo più preziose di ogni altra cosa.

Chiara Carlini 3AL

 

Poesia in quarantena

Una parola all’inizio sottovalutata, prepotente, indesiderata, nella vita di ciascuno è entrata. Coronavirus, COVID 19, una malattia, una tempesta, che vuole cancellare ogni dì di festa. Volteggia nell’aria, si diffonde, infetta chiunque e il mondo si confonde. Non fa distinzioni, non ha preferenze, sfida perfino i luminari delle scienze. Scuole chiuse, lezioni sospese, limitazioni, persone in quarantena in ogni paese. Niente più abbracci, stette di mano, ma queste distanze non ci terranno lontano. Approfittiamo di questa esperienza per arricchire la nostra conoscenza. Leggiamo, studiamo, facciamo ciò che più amiamo.Viviamo i nostri familiari,impariamo a renderli ancora più cari. Ascoltiamo il grido della speranza anche se imprigionato in una stanza.La primavera arriverà,la vita germoglierà, sarà bello rivedersi,liberare la libertà e finalmente riabbracciare l’intera Umanità.

Simona Fusè 3AL

 

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