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Magenta, sentenza Novaceta: “Perché l’Amministrazione non commenta?”

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MAGENTA Si tolgono tanti sassolini dalle scarpe gli ex lavoratori Novaceta dopo la sentenza. Quasi tutti gli imputati sono stati condannati a pene severe. Molti hanno avuto l’inabilitazione agli esercizi commerciali. E sono stati condannati al risarcimento danni e alle spese processuali. Oltre alla provvisionale immediatamente esecutiva per i lavoratori.

“Questo vuol dire che al processo civile partiremo da un gradino più alto – ha detto Mario De Luca – non solo c’è stata la perdita di un posto di lavoro, ma la vita di duecento famiglie si è modificata radicalmente. Molti non hanno potuto far studiare i figli per esempio”. De Luca e gli altri del Ri Parco ripercorrono la storia passata. “Nel 2003 uno degli amministratori della società mi accusava di essere un fomentatore. La storia ci ha dato ragione. Ci hanno messo in mobilità, cassa integrazione e licenziamento senza una crisi reale”. Politicamente all’epoca c’erano i volti presenti ancora oggi. “Sebbene venissero dette tali cose nessuno delle istituzioni, con l’eccezione di Giuliana Labria e Silvia Minardi, ha preso posizione per difenderci. Da una parte si disse che era necessario preservare la fabbrica, ma dall’altro i lavoratori entrarono documentando che era in atto lo smantellamento della stessa”.

“In quel momento cosa facevano gli assessori? –continuare Luca – lo smantellamento è continuato finché non hanno portato via tutto. Sindacati? Inesistenti. La Cub, disse che si sarebbero costituiti parte civile mettendo a disposizione un legale per ognuno dei lavoratori. In verità in tutti questi anni siamo stati lasciati soli. Quale posizione vuole assumere l’attuale amministrazione? Ad oggi non abbiamo sentito una parola. Quello che chiediamo sono tre, quattro posti di lavoro in quest’area. Che dicessero una volta per tutte questa parte di Magenta a chi andrà”.

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