MAGENTA – Magenta (e Pontevecchio) vantano una scuola dell’infanzia probabilmente unica nel suo genere. Una scuola dove la scommessa educativa, la libertà educativa, sono la sfida di ogni giorno che coinvolge un team sempre più affiatato. Quello che segue è il racconto di quanto è accaduto sabato, durante l’Open Day 2019. Leggete, ne vale la pena.
125 anni non abbiamo mai visto un openday più bello di questo!
E’ stata una giornata fantastica.
Già da tre settimane il telefono della segreteria squillava più volte al giorno: “quando fate l’open-day?”
Poi le locandine, i post sui social, i messaggi whatsapp, il passaparola.
Venerdì sera, alle 22, alla fine dei preparativi, le maestre si chiedevano: verrà qualche famiglia?
E finalmente la mattina: fredda, ma con un sole magnifico. Alle 9.30 si aprono i cancelli: decine di famiglie, con i bimbi, varcano le porte e vengono accolte dai volontari e guidati dalle maestre alla scoperta del metodo, degli spazi, degli angoli esperienziali.
Alle 12 la cuoca della scuola, chef Sara, serve l’aperitivo ed il primo: assaggio di quello che ogni giorno gustano i bimbi della scuola.
Ma è il pomeriggio la vera esplosione, inaspettata: dalle 16 alle 18 quasi duecento persone invadono le due scuole, chiedono, si informano, vogliono conoscere tutto.
Una famiglia chiede del metodo, una delle uscite didattiche, un’altra è contenta che da noi si stia spesso all’aria aperta.
Una mamma chiede ad una maestra: le piace il suo lavoro? non serve risposta, basta vedere gli occhi della maestra, felici, appassionati.
C’è un foglio, su cui ci si può segnare per ricevere informazioni. Alla fine contiamo le righe: 160.
L’anno scorso meno della metà…
Se va così, il prossimo 7 gennaio 2020, quando si apriranno le iscrizioni, temo che i posti andranno a ruba in due-tre giorni.
Chi è entrato oggi dalle porte del Giacobbe e del Fornaroli ha visto un miracolo: di cura, di accoglienza, soprattutto di passione.
Grazie maestre, ausiliarie, mamme papà e nonni volontari.
Grazie perché i genitori che oggi sono entrati cercando una scuola, ne sono usciti dicendo: “questa è la scuola per mio figlio, mia figlia!”
