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Magenta, ristoratori e baristi in piazza: ‘Fateci lavorare, altrimenti sarà un dramma’

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MAGENTA – Lavorare è un diritto. Sta scritto su un cartello giallo retto da una ragazza nel centro di piazza Liberazione, ore 18.20 circa di un sabato di ordinario (semi) lockdown. Questa sera i baristi e i ristoratori di Magenta e del Magentino, riunitisi dapprima in un gruppo Facebook, hanno voluto farsi vedere, sentire e denunciare pubblicamente la situazione dei locali pubblici dopo la seconda ondata di Covid (e di chiusure imposte dal Governo Conte).

In piazza c’erano un centinaio di persone, tra le quali molti sindaci ed amministratori (Chiara Calati, Marco Ballarini, Davide Garavaglia, il consigliere regionale Silvia Scurati); improvissando un palchetto ai bordi della fioriera al centro della piazza, le due organizzatrici Gladys Bonaccorsi e Sissi Gualazzi, visibilmente emozionate, hanno parlato da un megafono denunciando l’autentico dramma che molti di loro stanno vivendo.

“Siamo persone normali, uomini e donne, con figli, case, mutui, bollette da pagare. Stiamo ritornando a quanto successo a marzo, con una serie di provvedimenti che sono scaturiti in un vero lockdown su scala nazionale”, hanno esordito. “Noi chiediamo di lavorare, non neghiamo assolutamente la situazione sanitaria drammatica che la Lombardia e l’Italia vivono. Il Governo ci ha chiesto di investire per mettere in sicurezza i nostri locali, imponendoci poi le chiusure serali. Pensiamo che mascherine, igienizzazione, distanziamento, insomma le misure adottate scrupolosamente nei bar e nei ristoranti. Grazie a tutti voi, a ciascuno di voi, per essere con noi questa sera in piazza”.

Successivamente sono intervenuti i sindaci Calati e Ballarini. Mentre abbandoniamo la piazza, in direzione ‘Cavalon’, Magenta è avvolta da un buio e da un (semi) silenzio spettrali.

 

 

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