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Magenta, parla Flavio Cislaghi: ecco perché ho scelto Matteo Renzi e Italia Viva

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MAGENTA – “Una scelta inevitabile per un renziano della prima ora, ma anche una scelta che gli ha lasciato qualche dispiacere, perché effettivamente il gruppo magentino del PD sta lavorando bene, c’è una buona sintonia e, soprattutto, ci sono tanti giovani entusiasti”.

Flavio Cislaghi, spiega così le ragioni che lo hanno portato ad abbracciare il nuovo percorso politico indicato da quello che è stato il segretario dei ‘Dem’ e, non ce ne vogliano gli altri suoi colleghi, senza tema di smentita la figura più carismatica che il PD abbia avuto negli ultimi anni.

“Seguo Renzi dagli inizi, ossia, dal 2012. A Magenta tanti amici democratici avevano fatto la mia scelta – racconta Cislaghi, già Assessore all’epoca dell’Amministrazione di Giuliana Labria – a partire da Paolo Razzano. Nel 2013 ho partecipato alla mia prima Leopolda e devo dire che ogni anno provo un’emozione nuova, c’è una voglia di crescita, un fermento che ti spinge ad andare avanti”.

Cislaghi pone poi un distinguo importante tra il contesto nazionale di quello che fino a poche settimane fa era il suo partito e lo scenario locale: “E’ indubbio che Renzi sia stato e, qui mi riferisco in primis alla vicenda del referendum, tradito soprattutto dal ‘fuoco amico’.Una brutta pagina di politica”. 

“Oggi a livello nazionale pur essendo convinto che il PD non abbia esaurito la sua spinta riformista, vedo una situazione piuttosto di stallo. Non nego che con il nuovo segretario Zingaretti, il rischio di fermare quella spinta innovatrice è reale. Diverso – prosegue l’esponente di Italia Viva – è il contesto locale. Come ho avuto modo di dire, ci sono delle situazioni come quelle di Magenta, ma non solo, dove i ‘Dem’ non si stanno appiattendo e non si sta rivedendo un vecchio film”. 

Ciò detto, per Cislaghi il richiamo della foresta è stato troppo forte. “Considero Renzi oggi il miglior personaggio politico sulla piazza insieme a Matteo Salvini, di cui ovviamente non condivido nulla. Però, mi piace essere oggettivo e oggi i due leader in campo sono loro”. Un Renzi che Cislaghi definisce tanto bravo da averlo inizialmente spiazzato per la scelta di andare con il Movimento 5 Stelle. “Poi – aggiunge – ho compreso che era un male necessario per mettere Salvini in un angolo”.

Dalle parole e dal tono adoperato da Cislaghi, si capisce però che la vicinanza con i pentastellati non lo esalti più di tanto. Anzi. “Mi trovo d’accordo con l’appoggio critico e costruttivo che sta portando avanti Italia Viva”. A questo proposito, Cislaghi cita anche una serie di proposte innovative portate avanti dai renziani e nate proprio in quella “fucina d’idee” che è stata anche quest’anno la Leopolda.

“Giustissimo togliere la tassazione sulle auto aziendali. Noi dobbiamo essere per l’impresa, non dobbiamo essere assistenzialisti, il lavoro va incoraggiato ma debbono essere create anche le giuste condizioni perché questo possa svilupparsi”. In quest’ottica tra i personaggi che hanno frequentato l’ultima Leopolda e che sono sinonimo della pragmatismo e dell’operosità dell’impresa lombarda, Cislaghi cita Chicco Testa  “senza dubbio un grande manager che incarna alla perfezione lo spirito ambrosiano”. 

Fatalmente, il discorso scivola sulle possibili convergenze con i centristi e con Forza Italia. “Io sono dell’avviso che lì ci sia un grande spazio. Italia Viva deve saper e poter dialogare con tutti i moderati anche con quelli che stanno nel Centrodestra coi quali obiettivamente vedo diversi punti di contatto. Penso a Maurizio Lupi, così come all’ex Sindaco di Magenta Luca Del Gobbo, finanche a Mara Carfagna, la cui visione politica è senz’altro molto lucida. Sono tutte persone credibili con le quali si può dialogare e perché no, aggregare”.

 

Le parole di Cislaghi, preconizzano la nascita di un nuovo ‘grande centro’ ? “Sono scenari possibili, indubbiamente io credo che Italia Viva non debba essere alternativa al PD. Anzi penso che il dialogo su questo fronte dovrà e potrà proseguire a meno che quest’ultimi non si spostino troppo a sinistra”.

E veniamo a quanto sta accadendo sul territorio. “Nella nostra zona c’è fermento – racconta Cislaghi – siamo partiti con un Comitato Civico ad Arluno e poi indubbiamente un acquisto importante è stato Tommaso Luè, l’ex segretario dei Dem di Bareggio. Si è portato dietro mezza sezione del PD. L’appuntamento adesso è per il prossimo 29 di novembre sempre a Bareggio presso il Centro Polifunzionale”.

Di fatto, sarà la prima uscita ufficiale di Italia Viva come zona. Una sorta di ‘Leopoldina’ alla quale prenderanno parte anche esponenti istituzionali del partito. Ci saranno i parlamentari Lisa Noja, Eugenio Comincini  e la Consigliere regionale Patrizia Baffi.

“Sarà un punto d’inizio per il nostro territorio – dice Cislaghi – che ci consentirà di lanciarci anche su Magenta”. Già Magenta….che cosa accadrà nella città della battaglia anche alle luce delle note fibrillazioni dei centristi all’interno della maggioranza di Chiara Calati?

“Premesso che in politica cambia tutto molto rapidamente – riflette Cislaghi – senza dubbio io vedo doveroso un dialogo con quello che è di fatto un vero e proprio terzo polo, mi riferisco a Progetto Magenta. Silvia Minardi di cui ho grande stima, visti i nostri comuni trascorsi, è una persona con la quale si potrebbe fare un pezzo di strada importante, così come con il PD, a patto, appunto che non si sposti troppo a sinistra. Lo vado ripetendo da tempo: non siamo in concorrenza e non stiamo facendo campagna acquisti alle loro spalle”. E Del Gobbo? “Posto che per ovvi motivi il mio preferito si chiama Giuliana Labria – sorride Cislaghi –  certamente Luca è stato una bravo Sindaco e come ho già detto è una persona che stimo molto”.

Vuoi vedere che torna davvero il grande centro anche a Magenta? Vidarem… come ama ripetere un politico non più di primo pelo,  anche lui centrista, di Abbiategrasso.

F.V.

 

Questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie e potrebbe risultare obsoleto.

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