MAGENTA Se il nostro amico Alessio Bosani, tanta generosità ma ancora qualche difettuccio in scienza della politica (qualche libro di Gianfranco Miglio non guasterebbe), avesse preso 1 voto per ogni cento post o commenti social vergati in questi mesi, avrebbe superato quota 1000.
Invece si è fermato a 9. Segno evidente che più cresce la presenza dei social in politica più si acuisce il fatto che passare dai social alla realtà spesso può far male.
Bombardare per mesi Luca Del Gobbo come artefice e padre nobile della giunta ‘disastro’ (parole loro) di Chiara Calati, e poi prendersi 30 punti di distacco sul groppone, non è una gran figura.
Viviamo Magenta è scesa in campo pompando assai, dopando (da un punto di vista semantico e di contenuti) una campagna elettorale giocata ‘alla’ Ballarini (su cui torneremo nel prossimo pezzo) e svolta in modo radicalmente diverso dallo stile e dalla grammatica di Silvia Minardi. Il risultato è un evidente flop: tutti si aspettavano almeno il 20%, minimo sindacale, qualcuno parlava di 25 o sognava di andare al ballottaggio con Del Gobbo, la realtà è che Progetto Magenta prese quasi il 12% nel 2012, dopo cinque anni le due liste di Silvia Minardi arrivano al 10.01, mentre Ballarini porta in dote 7 miseri punti.
Se adottassimo lo stesso metro che il sindaco di Corbetta usò nel 2021 contro la coalizione di Renzo Bassetto (che prese più della Minardi) cosa dovremmo dire?
Dal 12% con una lista al 17.23% con quattro liste, il flop è cocente come il sole di questi giorni.
Ormai questo “pseudo centrodestra” magentino e i loro candidati parlano più del Sindaco di Corbetta che di Magenta e passano il tempo ad attaccarlo e basta. Avete lasciato Magenta a pezzi, dovreste solo vergognarvi altro che parlare, parlare, parlare. E i Magentini l’hanno capito per fortuna. #ACasa
Commento di Viviamo Magenta alla nostra diretta Facebook di venerdì 10 con Enzo Tenti e Luca Del Gobbo. Forse qualcosa è da rivedere..
PUTIN E DEL GOBBO
Intanto già ieri, da buon toscano qual è, Luca Del Gobbo qualche sassolino dalla scarpa se l’è tolto. Irridendo chi lo ha sbeffeggiato a marzo dandogli dell’autoritario putinista, a conti fatti altra debacle (comunicativa). Silvia Minardi l’abbiamo vista più volte a fianco di Marco Marturano, nome importante dello spin doctoring italiano. Ma l’ibridazione tra lei e Ballarini, il posizionamento politico di cui scrivemmo DUE SETTIMANE FA, la confusione tra due stili non solo radicalmente diversi, ma agli antipodi, ha prodotto un risultato sotto gli occhi di tutti, che potrebbe segnare il canto del cigno politico per Silvia Minardi.
Di certo, chi l’ha spinta a paragonare in un post Del Gobbo a Putin dovrebbe fare un bagno d’umiltà
Fabrizio Provera