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Magenta: Marcello Stoppa Corona arriva al terzo libro della serie ‘Uomo in fuga’ e si impone come scrittore dei mondi paralleli

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MAGENTA –  ‘Uomo in fuga – alla ricerca di un mito’ è il secondo libro di una trilogia del magentino Marcello Stoppa Corona, scrittore per hobby con la passione per le storie dove la fantasia si mescola nei mondi paralleli dove tutto può accadere. Stile impeccabile, un modo di scrivere che attrae e che invoglia il lettore a continuare nei racconti avvincenti. C’è un protagonista, un capitano del corpo speciale dei SAS inglesi, Pàdriac Belmonte che, dopo avere svolto numerose azioni di spionaggio, è stato spostato al ruolo di addestratore e venne inviato in una base segreta tra i boschi del Galles. Il suo compito era quello di insegnare alle giovani reclute le tecniche di guerriglia. Nel primo volume il capitano venne trasferito in un mondo parallelo fatto di magia, draghi e battaglie medievali. Chi popola quel mondo? Streghe, orchi e nani. Nel secondo volume ecco il capitano che guida un’impresa. Un viaggio alla ricerca del mago buono.

Ma chi è l’autore di questi racconti fantasiosi nei quali il lettore può proiettare tutta la sua immaginazione? Anzitutto una curiosità che avrà catturato l’attenzione di molti. Per quale motivo a Marcello Stoppa ha voluto aggiungere Corona? Perché Marcello è parente del famoso scrittore, alpinista e scultore. “Quel cognome arriva da mia madre – spiega – Era di Erto, nel Friuli Venezia Giulia. In quei boschi c’è la casa di mio nonno. Mauro Corona è il cugino di mia mamma. Ovviamente ho tutti i suoi libri. Un ringraziamento particolare anche alla disegnatrice delle copertine che è Erica Marchesi e alla mia Editor Chiara Portaluppi detta Kia”. Alla ricerca di un mito è un susseguirsi di vicende. Le streghe, l’isola dei nani, l’incontro con gli orchi. Ad un certo punto del racconto perfino un omicidio. Avvenne dopo l’incontro con gli orchi con i quali Pàdriac chiese un incontro con il loro capo villaggio. Quella notte, che trascorse tranquilla, si concluse con un delitto. Un uomo del gruppo venne ritrovato morto con due copi di pugnale al rene e alla gola. Un omicidio che mise in dubbio la loro fiducia reciproca.

Nel racconto c’è anche spazio per la passione. Quello di Pàdriac e della strega Elin. “Il sentimento di quel bacio cresceva di momento in momento – scrive l’autore – ma la lor passione fu raffreddata da un acquazzone improvviso del quale si accorsero solo quando erano ormai bagnati fradici. Separarono le loro labbra, si guardarono e, ancora abbracciati, scoppiarono a ridere. Poi corsero a cercare un riparo”. L’avventura prosegue, Alla ricerca di un mito continua con il terzo libro ‘La nascita di un mago’.

 

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