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Magenta, l’antiquario che sedusse il tempo: Antonio Busti- di Emanuele Torreggiani

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Di lui si coglie la cifra stilistica nel nome chiamato ai figli. Ildebrando, Egon, Consuelo Esmeralda. Ai maschi traguardò il cosiddetto Basso Medioevo.

In Ildebrando quel Gregorio VII che non si intimidì dinanzi all’imperatore Enrico IV e lo condusse, fermo nella sua disciplina papale, scalzo lungo il sentiero ammantato di neve e penitente di cenere sul capo, a Canossa dove, di fatto, nasce la Chiesa moderna nella sua divisione: l’autorità dell’ecclesia ed il potere temporale. Egon gli è germanico cadetto, sempre in storico sguardo a quel universo mondo tramontato, definitivamente e sia pure, purtuttavia se ne vorrà cogliere una boreale aurora ‘nell’aria antica’ d’una corte, nel cavo d’una magione, nel silenzio d’un borgo, nello sgomento d’un monile. Aurore notturne a consolazione del nostro innominabile attuale. E Consuelo, la femmina ne serba il sigillo. Ogni figlia, del padre è puro amore nella prospettiva che lei sarà a chiudergli gli occhi, con l’ultima carezza che declina dalla fronte già in umore glaciale. E nella morte, solo nella morte, si intuisce l’inquantificabile durezza d’infinito. Quel per sempre che chiunque sgomenta e taluni atterrisce. E già Pascal lo sosteneva “sono là tutti sotto la collina, i morti”, e, andando nella sua talare per bische, che pareva in preda a malinconica follia, indicava con vago gesto “il cristianesimo è stoltizia… somma stoltizia… però, però, però, se scommetti su Cristo e Cristo risorge noi tutti si risorge e si vince il piatto, ch’è la vita eterna”.

Il nostro uomo, Antonio Busti, padre di Consuelo Busti nostra amatissima amica, morto in queste ore, è stato anche un giocatore e questa lezione la conosceva molto bene, essendo un lettore onnivoro e, come accennato nelle righe precedenti, antiquario. Ch’è, molto più che professione da imprenditore et similia, piuttosto l’attitudine d’un uomo disposto a respirare l’aria antica. Così il significato di antiquario. Ora, dire aria parrebbe così immediato: la miscela che si respira e tutto lì. Non è per nulla così. Aria vale anche per aspetto, atteggiamento, contegno e vale anche per il suono, che sia di voce o di strumento. Quindi aria si porta una gerla di significati che dalla materia ascendono allo spirito. E si coniuga con antico. E anche qui sembra immediato nel nostro ordine incasellare antico. Basterà lo scrivere ch’è di gran tempo innanzi, cioè di prima, ma prima di quando? Prima del tempo. Aiuta Giuseppe Ungaretti in ‘Vita d’un uomo’. “Il tempo antico”, scrive con la misura che la sola poesia dispone al linguaggio, “cioè meridiano”. Ed ecco che la cadenza illumina. L’antico è l’ovunque rischiarato. Il sole è alto, allo zenit, ed ogni ombra dispare. Ecco, l’uomo che si dedica all’aria antica, l’antiquario, riconosce nel manufatto il suo valore e lo narra, poi ovviamente gli dà anche un prezzo. La cianfrusaglia a chi la merita e la rarità ai rari. Di una prima edizione di “Consuelo” della George Sand, lettura che anticipa la nascita della sua figlia, mostra l’appunto a piè di pagina, ne traduce il significato, ne riconosce il tratto ed è consapevole che questo rigo entra appieno nella storia narrata dal romanzo, in ogni libro si trova la vita, e nel libro antiquario il riflesso permanete dei lettori meridiani.

Antonio Busti, classe 1938, con dedica alla nostra amica Consuelo Esmeralda. Nella foto che hai scelto di tuo padre, con il bravo Montecristo tra le labbra, sigilli la distanza con innominabile attuale. Il tuo ricordo è splendido, privo d’ombre. Vivo.

Emanuele Torreggiani

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