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Magenta, la storia di un 48enne: “Da tre anni vivo tra la strada e una cantina di due metri” (VIDEO)

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MAGENTA Vivere in strada, in qualche corridoio di nascosto all’ospedale, in una minuscola cantina di non più di due metri di lunghezza. Da tre anni a questa parte è la condizione in cui è costretto a sopravvivere Pasquale Sarzana, per tutti Pasqualino. Ha soltanto 48 anni e una pensione di invalidità di circa 260 euro al mese. Fa parte di quel piccolo esercito di persone che non hanno più nulla e che si ritrovano sulla strada con nessuna prospettiva per il futuro. Italiano, se serve a qualcosa dirlo. Perché i poveri non sono soltanto coloro che arrivano da paesi in crisi, ma sono anche gli italiani nati e vissuti a Magenta. Non indaghiamo sui motivi che lo hanno portato a questa condizione di nullità totale perché non ci riguardano. Esce dal suo scantinato, nella frazione di Pontevecchio a Magenta.

“Vivo qua perché sono caduto in disgrazia”, racconta. I vicini lo conoscono tutti. E tutti sanno dove vive. Pasqualino non è uno che crea problemi e se possono lo aiutano. Non è certo il primo caso. Pochi anni fa una coppia aveva sfruttato i locali spogliatoio dell’ex Cral di viale Piemonte per farci una casa. ma almeno quella aveva l’apparenza di una casa. “Un amico mi ha detto che c’era una piccola cantina libera e mi sono detto che era meglio di niente. Sempre meglio che stare fuori al gelo. Fa sempre freddo ma almeno mi posso coprire e non mi vede nessuno”. Dentro quel mini locale ci sono solo copertoni e parecchi stracci. Ovviamente non c’è luce, non c’è riscaldamento. Nulla di nulla. C’è solo il degrado totale. E’ possibile sopravvivere in questo modo? “E’ l’unico posto che ho trovato – continua – sono stato anche all’ospedale, ma li do fastidio. Di giorno cerco di andare fuori dall’Iper a chiedere l’elemosina. Qualche euro giusto per andare avanti nella giornata”. E poi c’è la malattia che lo sta facendo crollare. Un altro grande problema. “Non so cosa farò, ho provato a chiedere aiuto – conclude – ma senza successo”.

Questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie e potrebbe risultare obsoleto.

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