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Dall'archivio:

++Magenta, la ‘bomba’ condomini: altri 3 palazzi coinvolti, uno anche a Corbetta. Più che buco, è una voragine (a sei zeri?)

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Potrebbe contenere informazioni obsolete o visioni da contestualizzare rispetto alla data di pubblicazione.

 

 
MAGENTA  Il nostro servizio di ieri ha provocato, com’era lecito attendersi, reazioni diciamo così vivaci in città. Ma non solo. Perché approfondendo (come già dicevamo, purtroppo) il tema estremamente delicato delle morosità di palazzi e condomini, stanno emergendo altri particolari. Che fanno credere, purtroppo, si tratti di una voragine più che di un buco. 

La prima notizia che abbiamo appreso, confermata da più parti, è che allo stato attuale non sia solo il palazzo di via IV Giugno (nel pieno cuore di Magenta, con attività commerciali fronte strada ma anche sul lato galleria dei Portici) ad essere interessato dal distacco delle utenze di luce e gas. Ce ne sarebbero altri tre, due a Magenta (uno a ridosso del centro) ma uno anche a Corbetta. Pare infatti che tra le amministrazioni condominiali coinvolte nella piaga dei distacchi, solleciti, decreti ingiuntivi e pignoramenti ce ne siano diversi anche fuori Magenta. A quanto abbiamo appreso sono emerse difficoltà (leggi distacchi) anche in uno stabile attiguo a via Beretta, due passi da via Roma, ed uno di rilevanti dimensioni in zona sud. Per questi, come in via IV Giugno, distacchi di luce o gas (o entrambi) ed evidente disagio dei condomini. 

BUCO A SEI ZERI?

A questo punto, dopo tre settimane durante le quali al nostro giornale sono giunte segnalazioni PLURIME sui bilanci condominiali, abbiamo cercato di fare un calcolo (ovviamente PRESUNTIVO) sul buco generato. A più riprese ci è stato detto che gli stabili coinvolti nei casi di morosità sarebbero diverse decine, a Magenta e Magentino. Se nel solo caso di via IV Giugno il disavanzo sarebbe tra i 70 e 100mila euro (con decine e decine di condomini), se lo stesso fosse moltiplicato per 20, 30 o 40.. Vorrebbe dire una voragine a sei zeri. Ma ovviamente OGNI situazione è differente dalle altre. Ma se un palazzo da 40 appartamenti ha un debito da 100mila euro, uno da 10 o 15 molto meno, ma se ce ne fosse uno da 100…

Come GIA’ ribadito, la due diligente sui conti di uno stabile è lunga e complessa. Di certo NON si tratta SOLO di somme incassate e poi non corrispostei ai fornitori, ma ANCHE di rate non pagate da inquilini e proprietari. Un mix esplosivo, per Magenta e un numero rilevante di magentini. Quanti? Per una stima prudenziale almeno mille, per i pessimisti saremmo invece a 2mila persone toccate da questi disagi. Se così fosse, sarebbe il 10% dei residenti. 

IL PRECEDENTE DI BOLOGNA

Nelle scorse settimane, in Emilia, ha fatto scalpore  un’indagine che ha preso le mosse dalle segnalazioni degli inquilini dei circa 150 condomini che l’uomo amministrava tra Bologna, Ravenna e Ferrara, rispetto a presunte irregolarità nella gestione dei conti da parte dell’uomo. Irregolarità che i finanzieri hanno puntualmente ricostruito. Riuscendo a portare alla luce i 324mila euro sottratti ai conti dei condomini amministrati. Una cifra emersa analizzando la contabilità di appena 20 dei 150 condomini. La punta di un iceberg, secondo la Procura e le fiamme gialle, che adesso dovranno proseguire nel loro lavoro analizzando anche i registri relativi agli altri 130 condomini. Nel corso delle perquisizioni in concomitanza con l’esecuzione della misura, effettuate tra la primavera e l’estate,  i finanzieri emiliani in  quel caso hanno sequestrato conti correnti, depositi e titoli intestati ai tre indagati. A casa dell’amministratore sono stati sequestrati 40mila euro in contanti.

IL REATO E LA CASSAZIONE

Per quanto riguarda i precedenti giuridici e le sentenze (che fanno giurisprudenza), un’amministratore risponde del reato di appropriazione indebita non solo quando intasca i soldi di un condominio (spedendoli ad esempio per esigenze personali o versandoli sul proprio conto) ma anche quando fa confluire le quote riscosse da un condominio sul conto di un altro da lui stesso gestito o infine quando, senza autorizzazione, fa confluire i saldi dei conti attivi dei singoli condomini su un unico conto di gestione a lui intestato. 

Pertanto il reato si configura a prescindere dall’utilizzo delle somme per esigenze personali, poiché tale condotta comporta di per sé la violazione del vincolo di destinazione che ha il denaro al momento del suo conferimento. 

La Suprema Corte di Cassazione  ha affermato che commette il reato di appropriazione indebita l’amministratore che, senza autorizzazione, faccia confluire i saldi dei conti attivi dei singoli condomìni su un unico conto di gestione da lui intestato. In tale caso l’amministratore risponde del reato di appropriazione indebita a prescindere della destinazione finale del saldo cumulativo ad esigenze personali dell’amministratore o ad esigenze dei condomìni amministrati, poiché tale condotta viola il vincolo di destinazione impresso al denaro al momento del suo conferimento da parte dei condòmini.

RIBADIAMO TUTTAVIA CHE A MAGENTA, PER QUANTO ABBIAMO POTUTO APPURARE, NON SI TRATTEREBBE SOLO DI AMMINISTRAZIONI INFEDELI. IL BUCO, O VORAGINE, SAREBBE STATO GENERATO  DA RATE NON PAGATE DA INQUILINI E PROPRIETARI DEGLI IMMOBILI.

Il che rende oltremodo complessa (e lo renderà anche nei prossimi mesi) una esatta ricostrizione di quanto è accaduto.

Ma intanto, i giorni passano e l’inverno si avvicina.

Fabrizio Provera

 

Questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie e potrebbe risultare obsoleto.

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