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Magenta, il punto politico: sarà un autunno caldo per la Giunta Calati

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MAGENTA –  Dopo un’estate in cui al centro della polemica politica c’è stata la questione dei luoghi di culto e, nella fattispecie, il rapporto a dir poco complesso con la comunità mussulmana – con tanto di ricorso al TAR e prossima udienza fissata per l’11 settembre – con i prossimi giorni la politica magentina è chiamata ad una serie di scadenze non più rinviabili.

L’agenda dell’Amministrazione di Chiara Calati è fitta. E non crediamo di far torto a nessuno definendo, quanto meno caldo, l’autunno al quale lei e la sua squadra di governo, vanno incontro.

A cominciare dalla scelta del dopo Morabito. L’assessore di NOI con l’Italia, come noto, pretoriano di Luca Del Gobbo, nello scorso mese di luglio, ha rassegnato le dimissioni per motivi strettamente personali.

Sta di fatto però che, comprensibilmente, qualcuno ha messo in correlazione l’uscita di scena di Morabito con i distinguo che Del Gobbo e i suoi poco prima avevano posto all’attenzione dell’opinione pubblica, rispetto all’operato dell’Amministrazione Calati.

Naturalmente, adesso, tocca a Del Gobbo dare le carte. Sarà l’ex Sindaco oggi Consigliere regionale a dover fornire al primo cittadino la rosa di nomi o il nome del futuro assessore.  Senza dubbio già da questo profilo si avranno delle indicazioni interessanti anche rispetto a come NOI con l’Italia intenderà essere pungolo positivo e costruttivo all’interno di questa Amministrazione.

Va da sé che il ruolo del primo cittadino non sarà certo di semplice spettatore. C’è da capire se il rapporto con parte della maggioranza è recuperabile, così come quali siano i rapporti in campo nell’area dei moderati.  Da tempo, infatti, si vocifera – ma le voci finora sono rimaste tali – di un gruppo unico tra NOI con l’Italia e Forza Italia sulla falsariga dell’esperienza che sta venendo avanti a livello nazionale ed europeo.

Ma lo scenario locale appare decisamente diverso. Complici anche le differenti anime che ci sono all’interno di Forza Italia. Da un lato, il commissario Felice Sgarella, dall’altro il gruppo di Fabrizio Ispano che idealmente e storicamente appare più affine, quanto meno come stile e modus operandi, all’Ingegner Tino Viglio, decano della politica locale che, seppur oggi a riposo, quando c’è da farsi sentire conta ancora e parecchio.  Vedasi il gesto non di poco conto che a livello tecnico (ma dalla grandissima valenza politica)  ha messo in campo in occasione della Festa del Sacrificio organizzato dalla comunità islamica presso l’area di via Crivelli.

Insomma, un bel ginepraio dentro al quale deve muoversi il Sindaco Calati. La quale è obbligata,  dopo le suggestioni evocate a gennaio, a passare ai fatti tangibili. Serve un colpo d’ala per uscire dalle secche di questi ultimi mesi. D’altronde, il tempo passa inesorabilmente e il rischio di arrivare lunghi – che è stata per molti la vera colpa dell’Amministrazione Invernizzi – potrebbe riproporsi.

In questo scenario piuttosto caotico chi sembra giocare una partita in proprio tutto sommato ‘tranquilla’ è la Lega. Il vice Sindaco Simone Gelli se da un lato ha alzato l’asticella della polemica rispetto alla questione Moschea, può sempre dire di essere coerente con quello che è il mandato del suo partito. Così come, peraltro, sul fronte sicurezza sta portando avanti il suo programma amministrativo. Idem dicasi per l’ottimo Luca Aloi. L’assessore del Carroccio gode di stima in città, è un giovane appassionato e senza dubbio – a parte la gatta da pelare delle Farmacie comunali dove però la questione è obiettivamente più complessa è articolata – sta mettendo a frutto l’esperienza e l’impegno di questi anni nel mondo del volontariato e dell’associazionismo.

In ultima istanza, quelli che rischiano di più, se non ci sarà l’attesa svolta, sono il primo cittadino – tanto più dopo che il suo ormai vecchio e inascoltato mentore ha preso le distanze –  e Forza Italia.

Il ruolo degli ‘azzurri’ finora –  malgrado esprimano due assessori di peso in Giunta e un Presidente del Consiglio comunale e abbiano i numeri per determinare il prosieguo o meno di questa esperienza amministrativa – è stato marginale.  Così se le cose dovessero volgere al peggio sarebbe davvero difficile non considerarli corresponsabili della ‘débâcle’ del centrodestra magentino.  Perchè a volte è meglio fare e sbagliare, che non fare nulla.

F.V.

 

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