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Magenta, Gelli e la Nuova Italia: “Se non è un partito islamico questo….”

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MAGENTA –  “E’ perlomeno inquietante che un partito politico nel suo programma elettorale inserisca come punti centrali la costruzione di una moschea e l’istituzione delle feste coraniche nelle scuole cittadine. Se questo non è un partito islamico francamente non saprei proprio come definirlo…”.

Simone Gelli Vice Sindaco di Magenta e Assessore alla Sicurezza della Lega non adopera mezzi termini. E risponde colpo su colpo alle “frecciatine” arrivate dal portavoce del costituendo partito della Nuova Italia  Munib Ashfaq. “Siamo davvero in una situazione curiosa – rimarca Gelli – anche perché è fin troppo evidente che ci troviamo dinanzi ad una commistione tra politica e religione in chiave del tutto strumentale. Prima il signor Munib si è presentato tra i principali promotori dell’Associazione Moschea Abu Bakar Magenta, adesso ecco la storia della lista da presentare alle elezioni del 2022….se non ci troviamo davanti qui a un bel minestrone…”. Ma il Vice Sindaco va oltre e argomenta nei contenuti le sue affermazioni. “La comunità islamica a livello nazionale è l’unica che si è sempre rifiutata di sottoscrivere dei protocolli d’intesa con il governo italiano, anche questo vorrà pur dire qualcosa. Senza contare che il tema dell’introduzione delle feste coraniche nelle nostre scuole è quanto meno grottesco: ma lo sa almeno il signor Munib che questa è competenza dello Stato? Vuole trasformare Magenta in una enclave islamica?”.

Il vice sindaco ribadisce poi come Magenta sia tutto “fuor che razzista e xenofoba” come una certa narrazione politica vorrebbe rappresentare.

“Il dettato costituzionale previsto dall’articolo 19 della nostra Costituzione è pienamente rispettato, così come nelle nostre scuole c’è pieno rispetto per la comunità mussulmana. A me pare, viceversa, che l’azione prospettata dal nascituro partito della Nuova Italia vada esattamente nella direzione contraria, contribuendo ad una sorta di ghettizzazione dei suoi fedeli che invece dovrebbero essere integrati nel mondo Occidentale”.

E a questo proposito, Gelli indica anche le “regole e i doveri” che andrebbero rispettati nel segno di una reale reciprocità.

“Mi piacerebbe capire in primo luogo come si pongono gli islamici della Nuova Italia nei confronti delle donne: le vogliono integrare o le vogliono mettere in un angolo, senza neanche degnarsi di stringer loro la mano, così come capitato l’anno scorso in occasione della Festa del Sacrificio? E’ questo il modello per la Magenta del 2020? E con gli omosessuali come la mettiamo? Perché non mi pare proprio che il Corano sia particolarmente tollerante con chi si ‘macchia’ di tali comportamenti….”.

Quando al capitolo delle regole già infrante, il Vice Sindaco ha più di un episodio da raccontare: “Dalla moschea abusiva del 2008 in zona Nord, sino all’altra pseudo moschea clandestina negli scantinati della Vincenziana”.

Insomma, la sensazione è che se da un lato è pur auspicabile un punto di sintesi, tra il nostro mondo e quello dell’Islam, è altrettanto vero che ci sono una serie di questioni rispetto alle quali i mussulmani debbono uscire dagli imbarazzi e dire chiaramente come la pensano.

E’ quanto sostiene Gelli rispetto agli oltre 200 Cristiani rinchiusi in Pakistan nel braccio della morte per sospetta blasfemia. “Che cosa ha da dire il signor Munib? Condanna questi comportamenti da parte di un certo Islam oppure no? E’ pronto a prenderne le distanze in modo chiaro e netto? Diversamente ogni forma di dialogo risulta impossibile”.

 

Temi delicati e che certamente saranno oggetto di nuove discussioni. Così come quello della moschea, rispetto alla quale Gelli, piaccia o non piaccia, non si sposta di un millimetro. “Il tema è prima di tutto di sicurezza e accoglienza. Qualcuno mi deve spiegare perché proprio Magenta dovrebbe diventare il polo islamico per tutto l’Ovest Milanese. Chi si dovrebbe sobbarcare tutta la gestione dell’ordine pubblico? Abbiamo già provato questa situazione nel 2008. Senza dimenticare poi, come ho sempre detto, che fermo restando il pieno rispetto dell’articolo 19 della Costituzione, cosa dovrebbero dire e pretendere a questo punto tutte le altre confessioni religiose presenti nella nostra città?”.

La chiosa di Gelli e non potrebbe essere che così, è ancora  sull’ormai ‘famigerato’ incontro avuto con un gruppo di islamici nelle more delle elezioni amministrative del 2017. “Sulla vicenda c’è una denuncia querela presentata dal sottoscritto. Su tutto il resto ribadisco quello che ho sempre sostenuto: ho incontrato un gruppo di pakistani per la questione del Cricket, ovvero, dell’utilizzo da parte della loro associazione sportiva dei campi del ‘Plodari’.  Di moschea non ho mai voluto parlare proprio perché a riguardo il mio pensiero è sempre stato chiaro. Se qualcuno vuole raccontare un’altra verità, faccia pure. Ma questo è quanto. Personalmente, aspetto che il lavoro della magistratura faccia il suo corso”.

Fabrizio Valenti

Questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie e potrebbe risultare obsoleto.

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