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Magenta, Gelli e Bonfiglio (Lega Nord) valutano le azioni legali contro gli islamici: “Quel giorno parlammo solo di un campo da cricket”

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MAGENTA “Sono state fatte diffamazioni assurde dall’associazione Abou Bakar, neghiamo con forza quanto è stato detto. Nell’occasione sono stati citati il vice sindaco Simone Gelli e la capogruppo Stefania Bonfiglio, attribuendo loro reati gravissimi”. Smentisce con forza la Lega Nord di Magenta quanto detto dalla comunità islamica. Nessun incontro segreto. C’erano tante persone e non è stata fatta alcuna promessa elettorale. Questo dice la Lega. Gelli e Bonfiglio stanno valutando quali azioni intraprendere.

“Abbiamo avuto un incontro cordiale parlando di un campo da cricket – ha precisato Bonfiglio, nel 2016 segretario leghista”. “La nostra posizione è nota – continua il segretario Kevin Bonetti – ci siamo rimasti male per quanto accaduto perché tutto si è sempre svolto nella massima cordialità. Non ricordiamo una battaglia simile, per ottenere una moschea, durante i 5 anni della passata amministrazione Invernizzi”. La Lega pretende le scuse pubbliche della comunità islamica. Ma cosa ne pensano coloro che sono stati tirati in ballo dalla comunità islamica? Gelli pone degli interrogativi e dice: “Non abbiamo ancora capito se hanno parlato di un incontro segreto o pubblico. Hanno parlato addirittura di un incontro avvenuto nel 2016, quando non c’erano assolutamente incontri elettorali. Ufficialmente, preciso, non abbiamo mai chiesto un incontro alla comunità islamica”.

C’e’ una seconda cosa che Gelli vuole chiedere alla comunità islamica, ovvero se effettivamente ha votato Lega Nord. “Visto che parlano di voto di scambio dovrebbero avere votato Lega”, specifica Gelli. “Terzo – aggiunge – chiediamo a tutti i politici se se la sentono di dire se hanno mai promesso la moschea. In questo modo vorremmo capire se si tratta di dichiarazioni strampalate o se c’è una regia dietro. Quel giorno parlammo solo di un campo da cricket. Sulla moschea ci dissero che l’amministrazione Invernizzi non avrebbe fatto la moschea perché altrimenti la Lega si sarebbe arrabbiata. Ma io ero solo e non avrei potuto fare nulla per impedirlo”. Gelli estrae dal cappello un altro elemento, sull’area di via Tobagi, quella individuata come spazio per i luoghi di culto dal PGT: “È stata fatta una convenzione con un’associazione che si occupa di gatti. Convenzione della durata di 4 anni”. Gelli conclude dicendo che querelare è un “obbligo morale”. “Ma quello che c’è dietro è ancor più grave. Promettere una moschea significa fare una turbativa d’asta perché un bando sarebbe rivolto a tutti, non solo agli islamici”. I legali, a questo punto, stanno verificando tutti gli aspetti della vicenda.

“Ci sono tante problematiche a Magenta, da risolvere al più presto – conclude – ma se un’associazione islamica appena costituita attacca una forza politica come la nostra che non ha mai toccato nulla di ciò che non doveva toccare, non possono permettersi di infangare in quel modo”.

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