― pubblicità ―

Dall'archivio:

Magenta-elezioni/2, la quasi ‘remuntada’ di Salvaggio: niente da rimproverargli

+ Segui Ticino Notizie

Ricevi le notizie prima di tutti e rimani aggiornato su quello che offre il territorio in cui vivi.

Attenzione: questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie.

Potrebbe contenere informazioni obsolete o visioni da contestualizzare rispetto alla data di pubblicazione.

 
MAGENTA – Enzo Salvaggio Sindaco ha fatto un miracolo, rendendo quasi possibile la vittoria del centrosinistra a #Magenta. Bravissimo lui, bravo il PD e le liste civiche.

Congratulazioni

Al (quasi) nuovo sindaco Luca Del Gobbo, a cui spetta il difficile compito di far uscire la città dal baratro degli ultimi cinque anni. Lo potrà fare solo cambiando pagina e squadra, e mettendo al servizio della comunità persone competenti, che il centrodestra ha tenuto in panchina fino a oggi.

Da queste elezioni esce sconfitto chi ha scelto di non scegliere. Perché non si tratta di “coerenza”, ma semplicemente di “irrilevanza” politica che – evitando di affrontare la REsponsabilitá – allontana i cittadini dal “bene comune”.
Viva Magenta e grazie a tutti coloro che hanno reso possibile questo confronto elettorale!
Ci sono le parole di Paolo Razzano, che condensano molto bene il senso di quanto successo nel ballottaggio di ieri, e il parallelo ‘calcistico’ che lega la disputa elettorale allo sport.

“Il calcio dentro il vocabolario, tra le parole. Remuntada è un vocabolo della lingua francese. Il celebre dizionario Larousse accoglierà il termine che tanto fu caro all’Inter nel 2010, ma in Francia richiama semplicemente il 6-1 del Barcellona al PSG. La Remuntada, i francesi, l’hanno subito.

La definizione riferisce di una vittoria che appunto nasce da una rimonta inattesa, a causa di un  certo scarto tra le formazioni. E il termine può essere esteso a una “vittoria politica, dopo. una sconfitta elettorale, a una traversata del deserto”.

Insomma, quel 6-1 agli ottavi di finale della Champions del 2017, ha scritto la storia ed è in un vocabolario”.

Ha davvero poco da rimproverarsi, Enzo Salvaggio. In una città, Magenta, dove il centronistra ha vinto due volte E A CENTRODESTRA DIVISO (nel 1996, al primo turno, il cdx supera il 65%, Giuliana Labria supera di poco il 30; nel 2012 senza la corsa di Gelli e Viglio non ci sarebbe mai stata la vittoria di Marco Invernizzi), l’under 40 più forte e autorevole del Pd nell’est Ticino esce paradossalmente rafforzato, seppur nella sconfitta.

Chi scrive, scrutando i numeri ed ipotizzando una suddivisione più equa dei voti di Silvia Minardi, ipotizzava un 60 a 40 per Del Gobbo. Invece no, Salvaggio ha capitalizzato e beneficiato tanto da aumentare i voti raccolti al primo turno, il che significa che una parte dei voti di Progetto Magenta (e qualche voto da sinistra radicale e dintorni, o da elettori della Nuova Italia ancora col dente avvelenato contro la Lega) il frontman di Pd e csx li ha ‘drenati’ e raccolti.

Non è bastato, ma se consideriamo che trattasi comunque di un giovane politico con 5 anni da assessore alle spalle opposto al leader più forte del centrodestra e non solo della Seconda Repubblica di Magenta significa aver conseguito un dato più che lusinghiero.

Ancorché depotenziato nei numeri rispetto al 2017, il Pd è saldamente il baricentro di un’opposizione dove ritroverà la nuovamente sconfitta Silvia Minardi.

Il cui prolungato silenzio (ufficiale) di queste due settimane segna una sorta di redde rationem misto ad epitaffio (politico). Ella fu, siccome immobile. Salvaggio, dal canto suo, incassa una sconfitta davvero più che onorevole.

Fab. Pro.

Questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie e potrebbe risultare obsoleto.

■ Prima Pagina di Oggi