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Magenta e Vincenziana, per Gelli è stato un flop: “Cinque milioni di euro spesi e risultati zero”

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MAGENTA I richiedenti asilo lasceranno la Vincenziana, la cooperativa Intrecci termina la missione. Risultato: positivo,  secondo i responsabili. “Abbiamo dato una risposta immediata ad una situazione di grande emergenza”, hanno detto i responsabili.  Non ne è del tutto convinto l’assessore alla Sicurezza Simone Gelli.  Pur in attesa della comunicazione ufficiale del Ministero degli Interni e della Prefettura,  Gelli si pone alcune domande.  Anzitutto,  quella che vuole analizzare la questione dal punto di vista strettamente economico. Quanto è costata l’intera operazione a livello nazionale?Da un rapido calcolo, per i quattro anni e mezzo totali di permanenza a Magenta,  la spesa stimata si aggira attorno ai cinque milioni di euro. “Una cifra enorme – ha detto il vice sindaco – un costo,  a livello nazionale che riteniamo spropositato se messo in relazione con i risultati ottenuti”.

Ed è proprio questo il punto.  A fronte di una decina di richiedenti asilo che hanno ottenuto il riconoscimento dello status di rifugiato, agli altri è stato concesso un permesso di soggiorno per scopi umanitari. Che, una volta scaduto,  si trasformerà nell’espulsione del migrante nel caso in cui non rientri nelle fattispecie contemplate dal decreto sicurezza,  ad esempio quella relativa alla salute. “Questo vuol dire che non sono arrivate solo persone in difficoltà che correvano seri pericoli per la propria vita,come nel casi di guerre – continua Gelli – ma sono arrivati un po’ tutti. Parliamo,  in questi casi di migranti economici”. Da questo punto di vista la missione di questi 4 anni e mezzo se non è stata fallimentare,  poco ci manca. La cooperativa Intrecci si congeda da Magenta parlando di corsi di alfabetizzazione,  di corsi per imparare una professione come quella di saldatore o quella per lavorare nel campo manifatturiero.

Ma il vice sindaco di Magenta insiste: “Ho avuto modo di parlare con i ragazzi,  accorgendomi che la maggior parte di loro non ha appreso una sola parola di italiano. E molti di questi sono a Magenta dal primo giorno in cui è partita la missione. Mi chiedo cosa abbiano fatto in tutto questo tempo. Se ci fossero stati dei risultati concreti allora sarei stato ben felice di dare un parere positivo al lavoro svolto.  Ma i fatti raccontano tutt’altro.  I soldi spesi sono stati una enormità. È giunto,  finalmente, il momento di cambiare strada”.

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