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Magenta e Vincenziana, i coraggiosi j’accuse di Razzano: ‘Gli errori della Calati (e i nostri)’

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MAGENTA – Paolo Razzano, oggi dirigente metropolitano dei Dem, era vicesindaco e assessore alla Sicurezza quando nel 2014 ‘scoppiò’ il caso Vincenziana. Ossia, 100 e più richiedenti asilo collocati nel cuore di Magenta. Oggi, dopo meno di 5 anni, siamo (pare) nell’imminenza della fine di una storia complessa e molto discussa. Forse il fatto politico più discusso, nella storia recente della città: la da più parti ventilata chiusura della Vincenziana, gestita dalla cooperativa Intrecci di Rho.

Ed è lo stesso Razzano a parlare (in modo esplicito e coraggioso) del ‘caso’ Vincenziana.

“Al momento, a me risulta che il 31 gennaio scadrà la convenzione con la coop Intrecci, che la Prefettura di Milano può eventualmente rinnovare per altri 2-3 mesi, ma i problemi sono di due ragioni.

Con la diminuzione dei fondi alle coop, il problema ovviamente si pone. Le coop in regola hanno più problemi di quelle meno serie: chi assume o non assume, si fa in fretta a capire il genere di problemi che genera la gestione dei richiedenti asilo.. La Intrecci fa questo mestiere da anni, molto prima dell’emergenza: sono persone serie, ecco perché potenzialmente farebber più fatica. C’è poi un problema strutturale; la Vincenziana fu riaperta dalla sera alla mattina dopo essere stata chiusa per anni. La scelta sarà molto probabilmente quella di non proseguire: ma dove andranno gli ospiti? Vagheranno per Magenta? Ce lo dicano il sindaco Calati e l’assessore Gelli. Il dl Salvini potrebbe creare fino a 350mila clandestini.

La Intrecci peraltro gestisce altre strutture, ma ci lascia attoniti che la Lega dopo una campagna strumentale veda la Vincenziana chiudersi senza che neppure lo sappiano”.

Bocciatura di Razzano anche sull’atteggiamento di Chiara Calati. “Credo che il tema che si pone è anche quello del sindaco: si parla di suono del mare, di sogni, di proiezioni poco chiare ed eteree, ma i magentini vogliono risposte concrete. La struttura ha creato problemi ed anche opportunità”.

Ma che bilancio fai di questi anni? Tu, potendo, cosa avresti fatto? “Un bilancio? Io non avrei mai aperto un centro di accoglienza in un quartiere residenziale, vanno molto meglio gli Sprar. Un modello come quello della Vincenziana avrebbe avuto da noi un netto NO, se solo avessimo avuto voce in capitolo. Dal canto nostro, penso anche alla coop, alle associazioni e all’Amministrazione, penso si sia lavorato bene. Dopodiché tutti ricordano che, quando emerse il caso della cascina Calderara, noi ci opponemmo fortemente ad arrivi scriteriati. Magenta insomma, al di là delle intemperanze e di qualche problema, è riuscita a gestire positivamente l’affaire Vincenziana”.

Ma la sinistra pensi abbia capito gli errori commessi nella gestione dei flussi migratori, o che la gente imputa alla sinistra come errori?

“Da un punto di vista di impatto sull’opinione pubblica siamo al termine della problema: con i provvedimenti di Minniti ed oggi di Salvini si sta riducendo il tutto, anche se i clandestini rimangono. La sinistra ha commesso degli errori, ma anche l’attuale governo ha delle indubbie colpe. La presenza di 700mila persone arrivate  in Italia negli anni va comunque gestita. In Italia il modello solidale e di integrazione, in questo senso, ha funzionato. Se invece un richiedente asilo si sente respinto, cominciano a generarsi i classici problemi. Quindi accoglienza sì, ma nel rispetto delle regole.

La giunta Calati è spettatore silente dei fenomeni che avvengono in città, si pensi a Boffalora o Corbetta. Anche in Consiglio comunale  la risposte ci lasciano assai perplessi.. Il Pd e l’opposizione hanno avuto un momento di crisi, dopo una sconfitta è naturale sia così. Ma ora c’è un nuovo gruppo dinamico e voglioso, un ottimo capogruppo, c’è dialogo con Progetto Magenta, ci sono molti cittadini delusi che si stanno rivolgendo a noi. La giunta mi pare molto disomogenea”.

Ma in fondo cosa chiedete, nello specifico? “Sulla Vincenziana vorremmo che l’Amministrazione sapesse cosa accade e ce lo dicesse. Anche perché rischiamo la permanenza di una cattedrale deserta nel cuore della città. Cosa ne sarà, di tutto questo? Si sono posti il problema di un eventuale dopo accoglienza?”.

F.P.

Questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie e potrebbe risultare obsoleto.

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