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Magenta e Pgt/2, verso la bufera? La freddezza di Luca Del Gobbo ed Enzo Tenti, i silenzi di….

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MAGENTA – 1. Gli atti di PGT sono adottati ed approvati dal consiglio comunale. In fase di prima approvazione del PGT i comuni con popolazione superiore a 2.000 abitanti approvano il documento di piano, il piano dei servizi ed il piano delle regole mediante un unico procedimento

4. Entro novanta giorni dall’adozione, gli atti di PGT sono depositati, a pena di inefficacia degli stessi, nella segreteria comunale per un periodo continuativo di trenta giorni, ai fini della presentazione di osservazioni nei successivi trenta giorni. Gli atti sono altresì pubblicati nel sito informatico dell’amministrazione comunale. Del deposito degli atti e della pubblicazione nel sito informatico dell’amministrazione comunale è fatta, a cura del comune, pubblicità sul Bollettino ufficiale della Regione e su almeno un quotidiano o periodico a diffusione locale.

Questi due commi sono tratti dalla legge regionale 11, in questo caso articoli 13, che disciplina dal 2005 gli atti legati all’iniziativa dei Comuni sui Pgt e le sue varianti, come quella generale che Magenta si accinge a varare.

La domanda emersa ieri sera, primo giorno della campagna di ascolto e confronto e voluta dal Comune in vista della Variante, è stata esattamente questa: quanto tempo occorre? Abbiamo espressamente rivolto questa domanda all’architetto Paolo Favole, tecnico incaricato per l’adozione del provvedimento. Ebbene, per semplificare al massimo la risposta è stata circa 240 giorni, 8 mesi. A decorrere da quando? Fine giugno 2021, quando il professionista ha dichiarato di voler CONCLUDERE questa prima fase. Il che vincola commercianti, imprese e categorie a scrivere all’indirizzo mail creato dall’Amministrazione ([email protected]) entro pochi giorni le proprie proposte, salvo che ci sarà ANCHE il tempo delle osservazioni.

Approvazione a tappe forzate, insomma, che coinciderebbe col marzo 2022, a ridosso del voto. Come successo con Marco Invernizzi, nel 2017.

E allora bastava guardare l’espressione dubbiosa di Enzo Tenti, ieri sera, per cogliere che in seno alla maggioranza di centrodestra le perplessità su tempi e modi di questa variante abbondano. Riserve emerse anche lunedì sera, nel corso di un incontro della maggioranza, e che si estendono fino ad arrivare a Noi con l’Italia e Luca Del Gobbo, che definire scettico è un eufemismo.

Interessi in campo, vigilia elettorale, pressione degli operatori, scelte future, Saffa e Novaceta: gli interessi in campo sono tanti, forse troppi per essere condensati (e felicemente risolti) in così poco tempo.

E se Chiara Calati si fosse infilata in un periglioso e pericoloso cul de sac? Se così fosse, lo sapremo (da dichiarazioni pesanti) a breve. E se prima il fronte dei riservisti era rappresentato solo (o quasi) da Noi con l’Italia, l’avvento del decisionista Tenti cambia- e di parecchio- lo scenario. Sindaco avvisato..

Fab. Pro.

 

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