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Magenta e la Fiera di San Rocco cancellata: una mancanza di coraggio, una mancanza di speranza per la città

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MAGENTA –  C’è profonda amarezza e delusione tra i commercianti magentini per la decisione dell’Amministrazione di Chiara Calati di cancellare la storica fiera di San Rocco.  Una decisione, che se da un lato  è in linea con le attuali disposizioni regionali e non in materia anti Covid-19 dall’altro loto, evidenzia una certa mancanza di coraggio e diciamolo pure, la ricerca della soluzione più semplice, più comoda, da parte di chi è alla guida della città.

A ciò si aggiunge la totale o quasi mancanza di coinvolgimento da parte del mondo del commercio e, nella fattispecie, da parte dell’ambulantato locale che tanto ha sofferto in questi mesi di pandemia.

Ad essere molto duro in tal senso è il Vice Presidente della Confcommercio Emiliano Masperi, che è anche il responsabile della categoria: “Solo un vago accenno – incalza Masperi – abbiamo saputo la cosa a delibera fatta (l’atto amministrativo è stato assunto venerdì in Giunta ndr). Purtroppo, ancora una volta, questa Amministrazione dimostra di non capire quanto sia importante per la nostra categoria, il poter lavorare soprattutto in un periodo di particolare crisi come è quello attuale”.

Affermazioni che sottoscrivono alla lettera i vertici di Confcommercio Magenta Castano Primo a partire dal suo Segretario territoriale Simone Ganzebi e dal Presidente Gigi Alemani. E lasciatecelo dire,  anche a giudizio di chi scrive, la decisione assunta da questa Amministrazione appare più un volersi – scusate il francesismo – “coprirsi le terga” anzi tempo, anziché un voler affrontare la questione in maniera matura,  costruttiva, certamente cercando correttivi rispetto al normale svolgimento della Fiera stessa, che va da sé non poteva essere svolta come tutti gli altri anni. 

D’altra parte, la delibera è datata venerdì 5 giugno, ovvero, un provvedimento che viene assunto due mesi e oltre prima della data della manifestazione fieristica.

Siamo così sicuri che il quadro epidemiologico da qui ad agosto non sarebbe mutato ulteriormente in meglio? Siamo così sicuri che da qui a qualche settimana non sarebbero arrivate nuove disposizioni, i tanto cari DPCM del  Primo Ministro Conte annunciati in conferenza stampa via social attorno alle 23 o giù di lì, con cui si sarebbero ulteriormente allentate le maglie delle norme in materia di coronavirus? Eppoi, non si è detto che quando non si può garantire la distanza di sicurezza è fatto obbligo l’utilizzo dei dispositivi di protezione individuale, leggasi mascherine???

Chi scrive, non è certamente un irresponsabile, né pensa che si debbano creare situazioni di pericolo ingiustificate e del tutto gratuite, però, spiace scriverlo, ma su questa vicenda il Sindaco Chiara Calati, ci è sembrato molto simile negli atteggiamenti al Ministro dell’Istruzione in fieri – del resto siamo tutti di passaggio… –  Lucia Azzolina rispetto alla tematica tanto dibattuta dell’apertura o meno delle scuole.  Chiudiamo tutto e poi ne riparliamo…

Con un piccolo dettaglio che rende la scelta del Primo cittadino ancora più incoerente. Considerato che il mercato del lunedì è tornato a svolgersi ormai regolarmente da qualche settimana a questa parte, così come quello a chilometro zero del sabato mattina – e qui va il nostro plauso al Sindaco –  pur con tutte le dovute precauzioni del caso e in totale sicurezza, non comprendiamo davvero, per quali ragioni non si sarebbe potuto, magari coinvolgendo le forze vive della città, vedi Pro Loco o Comitato Agricolo del Magentino, oltre naturalmente alla Confcommercio, approntare per tempo un piano B. 

Perchè un’alternativa ci deve sempre essere, non può esserci solo la risposta NO. Tanto più in un momento di crisi come quello di questi mesi, nel quale anche i simboli hanno la loro valenza, hanno un valore che va oltre quello economico e della semplice pecunia. Simboli come San Rocco che possono essere una spinta, un atto di fiducia, un segnale di speranza per  i mesi avvenire.

Certo, servono progettualità, occorre tirarsi su le maniche, approntare modalità organizzative nuove, così come hanno fatto e stanno facendo tanti coraggiosi ristoratori, operatori del mondo del commercio, che hanno accettato la sfida.

Perché l’alternativa era morire, chiudere bottega e andare a casa. Magari mettendosi in coda per quel reddito di cittadinanza, che tanto piace alla deriva pauperista pentastellata. 

A questo punto la domanda più che legittima è la seguente: visto che con il virus pare che dovremo conviverci a lungo, e non è affatto detto che ci sia un vaccino (tanto più affidabile….), non sarebbe meglio cercare di tornare a fare una vita normale,  seppure in sicurezza? E’ per questa ragione che la scelta fatta su San Rocco, la consideriamo una occasione sprecata, tra l’altro, in netta antitesi con quelle parole improntate alla rinascita e alla ricostruzione che il Sindaco ha pronunciato solo domenica mattina in occasione del ricordo della Battaglia del 1859. 

Fabrizio Valenti

 

 

 

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