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Magenta e il Fondo per l’Ambiente Italiano: un matrimonio che s’ha da fare

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MAGENTA – “Oggi (domenica, nda) ospite a Magenta, per la prima volta, la delegazione Nord Ovest Milano del FAI. Con il Sindaco Chiara Calati abbiamo accompagnato i due gruppi alla scoperta del Museo della Battaglia e dell’Ossario.

Fare da Narratore sul patrimonio della Nostra Città è stato una soddisfazione unica!

Grazie al FAI di aver accolto l’invito, esteso anche per le celebrazioni del 4 Giugno, e continuiamo con l’opera di valorizzazione del Nostro territorio!”.

Una visita importante quella avvenuta ieri a Magenta, quando i delegati del Fondo per l’Ambiente Italiano sono stati in città. Oltre a scoprirne le bellezze, aver allacciato un rapporto col Fai- come si evince dal post dell’assessore Luca Aloi- significa porre le basi per organizzare anche in città uno degli eventi che hanno reso celebre il Fondo in tutta Italia.

Fu Elena Croce, figlia del grande filosofo Benedetto, che spinse l’amica Giulia Maria Mozzoni Crespi a impegnarsi per creare in Italia una fondazione sulla falsariga del National Trust britannico.
Quando la trovò, in mezzo ai castagni toscani, le disse con tono imperioso e perentorio di fondare un National Trust italiano. “Ma lassù c’è il porridge e noi mangiamo gli spaghetti, lassù piove e qui splende il sole; vedo poche analogie!”, rispose l’amica.

L’idea di Elena Croce divenne realtà grazie all’entusiasmo e il sostegno di Renato Bazzoni, Alberto Predieri e Franco Russoli: fu con loro che Giulia Maria Mozzoni Crespi 28 aprile 1975 firmò l’atto costitutivo e lo statuto del FAI: una dichiarazione d’intenti di persone decise a fare qualcosa di concreto per il nostro Paese.

A dare il via alle attività FAI fu la prima donazione ricevuta: la splendida Cala Junco donata da Pietro di Blasi, a Panarea, nelle Eolie, una caletta dalle acque cristalline. Seguirono il Monastero di Torba, comprato e donato dalla stessa presidente Crespi, l’Abbazia di San Fruttuoso a Camogli, fino alle ultime significative acquisizioni dei Giganti della Sila a Spezzano della Sila, del Podere Case Lovara a Punta Mesco, delle Saline Conti Vecchi a Cagliari.

Ormai da qualche anno a questa parte le Giornate Fai di Primavera, che sono diventate un appuntamento di successo, una parentesi di ottimismo nazionale e un’occasione donata al pubblico per riscoprire, apprezzare e magari comprendere il valore.

I beni FAI

A svelarsi, grazie al lavoro dei tanti volontari del Fondo Ambiente Italiano, sono ogni anno palazzi della politica solitamente inaccessibili, aree archeologiche, borghi che preservano antiche tradizioni, colonie marine abbandonate, luoghi dello sport e della produzione, oltre che chiese e monumenti magari già noti, ma che per l’occasione svelano spazi segreti e sorprendenti. Un inno alla bellezza e alla ricchezza del Paese, ma anche all’entusiasmo, alla cultura, alla partecipazione e alla tolleranza di cui sa farsi portatore.

E se davvero in uno dei prossimi eventi targati FAI ci fosse anche Magenta, la città avrebbe- tutta- solo da guadagnarne.

 

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