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Dall'archivio:

Magenta e gli ombrelli (tolti ieri), adesso basta. Paulo maiora canamus.

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Attenzione: questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie.

Potrebbe contenere informazioni obsolete o visioni da contestualizzare rispetto alla data di pubblicazione.

 

MAGENTA – Paulo maiora canamus, ossia ‘cantiamo di cose un po’ più elevate’. Cominciamo con le parole di Virgilio, con la speranza di contribuire a ridurre il chiacchiericcio di fondo sulla polemica, per noi stucchevole, degli ombrelli collocati in via Pretorio.

Anzitutto, al ritorno da (quasi) 1 mese di permanenza marittima, che aiuta a vedere le cose con maggiore distacco ed equanimità, ci siamo chiesti come mai questo gran vociare di dilazioni, mantenimenti, proroghe o altro quando da ieri pomeriggio gli ombrelli della discordia sono stati rimossi da Paolini, l’operatore che li aveva posizionati (è lo stesso delle luminarie natalizie).

Siamo  qui a incrementare una temperatura di suo già elevata quando l’oggetto del contendere non c’è e non ci sarà più, almeno a breve.

I commercianti li hanno pagati di tasca loro (bravi), il Comune ha sgravato la spesa per due mesi (bravi), sulla prosecuzione non si è trovata la quadra. Amen.

Noi stamani, mentre facevamo colazione al caffè Dolce Vita, ci guardavamo attorno ricordando la passeggiata fatta tempo fa con l’amico architetto Ivan D’Agostini, che dal suo privilegiato punto di vista non ha potuto far altro che confermare quello che tutti sanno, anche senza una Laurea in Architettura, da circa 20 anni: piazza Liberazione è tutto fuorché una bella piazza, per ragioni e colpe concomitanti e di diversa estrazione, ma sempre brutta è e rimarrà per sempre, sino a che non dovesse essere stravolta. Diciamo che la piazza è davvero brutta. Amen.

La immancabile compresenza, come in tantissime piazze italiane, di stili architettonici diversi mina alla radice il concetto che sta alla base della bellezza di ogni piazza che si rispetti: l’armonia.

Ma non è neppure questo. Mentre ci sarebbe piaciuto leggere discussioni e commenti sui recentissimi dati di CONFOCOMMERCIO Milano e Monza su aumento e cambio di ‘genere’ di negozi e partite Iva, mentre ci sarebbe piaciuto che al pari di almeno altri 20 Comuni lombardi si discettasse di come accedere ai fondi regionali per dotare le città (e i negozianti) di nuovi strumenti di sicurezza, mentre ci sarebbe piaciuto uno sforzo analogo a quello di Brunella Agnelli che da 1 anno sta facendo partecipare (e vincere) l’Ascom di Abbiategrasso a concorsi sull’arredo urbano (ne abbiamo scritto anche su Ticino Notizie), insomma mentre avremmo voluto giornali e discussioni ‘egemonizzate’ da questi argomenti ci siamo trovati, noi compresi, a inondare colonne virtuali di sciocchezze sterili e improduttive. 

Specchio di questi tempi, e della qualità di una discussione che si consuma nel volgere di pochi secondi, lasciando drammaticamente inevaso il problema della qualità e del livello dell’argomentare. Perdita di tempo. Flatus vocis.

Insomma, paulo maiora canamus.

Fabrizio Provera

Questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie e potrebbe risultare obsoleto.

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